domenica 8 febbraio 2015

La magia del Circo D'Inverno a Parigi.




Questa storia nasce in treno, di corsa, da Milano a Madrid, passando per Barcellona.  Nei viaggi in solitudine ho il tempo per osservare, pensare, progettare. Quando incrocio un altro viaggiatore, sia per terra che per mare, saluto. Se il viaggiatore è in difficoltà o in pericolo, intervengo in suo soccorso, Lui farebbe altrettanto per me, è la regola del pellegrino. Gli incontri sui treni durano per il tragitto del viaggio; uno dei due passeggeri scende alla sua fermata e l’incontro finisce. Se la conoscenza è stata bella, piacevole, appagante, ci diciamo di fare in modo che si presenti un’altra occasione, per continuare la nostra conversazione. Sappiamo entrambi che questa nuova riunione sarà di difficile realizzazione .
Quante palle si promettono gli uomini per dovere di forma,  quella che più mi fa irritare è “la promessa per sempre” (ti amerò per sempre, ti sarò riconoscente per sempre, ti sarò fedele per sempre, sarò tuo per sempre). Il “per sempre” tra due individui sancisce un contratto imperfetto, non si può mantenere, prima o poi uno dei due contraenti morirà, disattendendolo. Forse è per questo che gli eventi del lutto portano in chi rimane tristezza e rabbia. Ci sentiamo traditi; differentemente, da credenti, dovremmo essere contenti che il destino di ognuno di noi si compia: la morte è il più grande atto di libertà concesso ad un umano, la possibilità di rendersi anima, un’entità di energia col dono dell’eternità. Questa fuoriuscita dalla vita lascia in eredità sulla terra uno spazio, che verrà subito occupato. 
Mi accorgo di avere nuovamente divagato quindi torniamo al mio viaggio, che sto per iniziare a raccontarvi. Sono le 21.00, Stazione di Milano, salgo su un Talgo (treno Spagnolo, diretto a Barcellona con coincidenza per Madrid), la mia meta finale Madrid, appunto. Mi accomodo nella mia cabina, sistemo i bagagli e attendo che il treno parta;  puntuale come un treno Spagnolo direi, sono le 21.00 spaccate ed il treno inizia il viaggio. Sono le 22.00, mi reco nella carrozza ristorante, cambio Lire Italiane in Pesetas e ordino la prima birra della serata, chiedo a un gentile barista se posso cenare, mi siedo ad un tavolo occupato da un allegro e rubicondo Signore, in attesa che mi servano la cena. Il mio commensale mi saluta e inizia subito la conversazione presentandosi. Sono  Bouglione, Antonio Bouglione. Piacere, Luca Ildebrando Venturi. In viaggio per lavoro, mi chiede; rispondo di sì e che per colpa dell’embargo aereo dei Libici, questa volta il viaggio per Madrid durerà un giorno e mezzo, ma la cosa non mi dispiace. Chiacchieriamo socializzando e ci viene servita la cena. Beviamo ancora birra, con svariati brindisi, proposti ora da lui ora da me. È veramente simpatico e di grande compagnia il Signor Bouglione, anche gli altri avventori del ristorante viaggiante si uniscono a noi. Il simpaticissimo Antonio ci parla del suo lavoro. È un circense, sta visitando tutte le Nazioni D’Europa per preparare le piazze alla tournée del suo circo. Visita le città, sceglie dove pianterà le tende del circo, disbriga le pratiche burocratiche preannunciando il loro arrivo, oltre questo procaccia contratti pubblicitari con réclame da inserire all'interno del Circo per attività commerciali dei luoghi dove si esibiranno. I suoi racconti ci lasciano basiti; quando vedo queste carovane di nomadi non penso mai che esista un’organizzazione che muove questi spettacoli, sembra sempre che appaiano per caso, perché passavano di lì. Antonio racconta del suo lavoro e di quello dei suoi Fratelli d’avventura, di una vita piena di fatica, studio, allenamenti, soddisfazione, libertà. Scopro quella sera che esistono molte scuole di circo, molte sono Statali, una novità per me. Come lo è che il più grande impresario di circhi al Mondo si trovi in Turchia; è talmente potente che è dotato di flotte di Aerei a disposizione dei circensi che ne hanno bisogno per i loro spostamenti. Tra le altre cose gli artisti si affidano a Lui per trovare gli ingaggi. Ultima notizia strabiliante sull'argomento: il commercio degli animali esotici per gli spettacoli viene gestito prevalentemente da suo cugino che vive in Turchia, il più grande impresario del Mondo, appunto. Un elemento in più nella conversazione, ora so che sta parlando di un parente; un potentissimo parente. Il racconto continua e Noi tutti assistiamo silenti a questa rappresentazione di questo strano mestiere che è il circense; che almeno io immaginavo, sino a quel momento, un lavoro improvvisato, povero, precario, nomade. Ma capisco dalle parole di quell'Uomo che la precarietà è solo e sempre nella mancanza di convinzione del fare . Gli pongo una domanda: -ma che giro d’affari gestisce tuo cugino Turco?-. Mi risponde con un sorriso di compiacimento: oltre 500.000.000 di Dollari l’anno. Non riesco a nascondere lo stupore; io che ho sempre pensato a questo lavoro come un’occupazione per miserabili inguaribili illusi, magari anche ladri (sembra che il mio pensiero si legga nel mio viso me ne vergogno). Il tempo è trascorso piacevolmente, sono le 02.00 del mattino. Antonio propone l’ultimo brindisi, all'Italia, e mi spiega il perché: - Io sono Francese ma di origini Italiane, sono parente degli Orfei-. Beviamo e ci salutiamo un’ultima volta, alle 08.00 il treno ferma a Parigi, per Lui il viaggio finisce qui; ci ritiriamo nelle rispettive cabine. Prima di lasciarci mi invita di andare da Lui a Parigi al Suo Circo D’Inverno. Lo ringrazio e gli prometto che in un prossimo viaggio, lo andrò a trovare.


Questa volta la promessa la mantengo, 14 anni dopo. Quella sera ho assistito allo spettacolo, nel luogo più magico abbia mai visto in vita mia. Dopo tanti anni se chiudo gli occhi sento ancora gli applausi del pubblico, godo nel ricordo della bellezza dei costumi, del fascino e della bravura degli acrobati, la simpatia dei clown, l’armonia degli esercizi degli animali e dei loro domatori. L’accoglienza fraterna di quel piccolo grande Uomo, Antonio Bouglione, il numero uno dei Signori del circo. 
Se andate a Parigi non perdete l’occasione di andare a vedere uno spettacolo in questo circo stabile, dalle strutture in muratura, si trova vicino Place de la Republique. Ma ora sono ancora sul treno per Madrid, mi corico in cabina, penso ancora ad Antonio, al nostro incontro. 
Fisso nella mente l’immagine di quel telone colorato. L’associazione di pensiero nasce in questo modo: - il tendone di un circo rovesciato: - provate ora a immaginarlo con me: il puntale del palo di sostegno puntato per terra, centrale a tutta la struttura, il cono della copertura di colore rosso, i teloni colorati a bande alternate gialle e blu delle pareti. Una gigantesca trottola. Nasce da questa magia del pensiero una meditazione su un giocattolo, la trottola. 
Un oggetto psichedelico per adulti e bambini. Mi chiedo chi abbia stabilito che i giocattoli siano dedicati ai bambini. Penso che il giocattolaio costruisca la sua creazione per il proprio piacere, ma non possa rivelare il segreto: il bambino è l’alibi di ogni buon giocattolaio. 


Buona Domenica a tutti, da ELLEBASTA.

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