domenica 5 aprile 2015

Cambio di armadio, arriva il sole.


Buon giorno a tutti, 
la primavera si è affacciata in questa giornata Pasquale con il sole che rende bello il mare oltre il miracolo delle fioriture. Il cambio di stagione mi permette di parlare di abbigliamento e di stile nel porsi e nel vestire. Naturalmente vi parlo delle mie scelte personali, quelle di un'uomo di 50 anni che non è un "Fashion Victim", conierei un altro modo per definirmi "Be Fashion No Victim " . La mia scelta è sempre sul classico anche se la primavera e l'estate consente di utilizzare il formale e l'informale in un mix contaminandosi. Vanno in cassaforte gli orologi d'oro io scelgo d'inverno: Michol Kors oltre che Patek Fhillipe, nel cassetto del tempo non può mancare un po' di classico: Zenit Sporto cinturino in coccodrillo e Lanco tutto oro rosso e relativo bracciale costruito per il mercato Americano. Non possiedo nessun Rolex oro. Il motivo è che tutti ti guardano il polso e si chiedono se è una replica, lusso troppo ostentato. Archiviato il cassetto del tempo invernale adoro: Panerai Luminor Marina in vari colori quadrante nero, blu, Giallo. Rolex Explorer quadrante nero, giallo, rosso e blu, con relativo cinturino in cocco di uguale colore. Quest'anno la collezione Maserati è splendida e il rapporto qualità prezzo vincente, amici mi hanno regalato un Maserari con quadrante madreperla uno spettacolo. Old stile suggerisco Timex acciaio e citizen sia analogico che digitale anni '80. L'occhiale fa', uno solo a stagione, la penso come Enzo Ferrari che diceva che era un'accessorio "utile per non essere leggibili", quest'anno ho scelto Ray - Ban modello Signet. 


Le calzature rigorosamente Stefano Branchini per l'informale, Ferragamo per il classico, non può mancare nel porta scarpe una modello Mantellassi vela in camoscio, colori: blu, nero, bianco. Per il formale l'abito completo ;scelgo il sarto Boglioli, quest'anno nell'armadio ho due suoi abiti abiti con giacca collo alla coreana, la giacca si può portare anche spezzata in abbinata a un jeans. Il tessuto  è cotone e fresco lana, escludo lo stropicciatissimo lino. Il pantalone informale un classico jeans Armata di Mare o Barba. Le camice collo alla francese tutte a maniche lunghe una concessione il collo alla coreana. Le classiche prodotte da Antica Sartoria Napoletana, le sportive Ralph Lauren, con relativi maglioni in tutte le tinte, indistruttibili. 


Nel guardaroba con può mancare un maglione in cotone Ballantine a losanghe colorate e un ritorto Lacost tennis. Cravatte solo in tinta unita materiale seta in varie colorazioni, Francesco Racori Como.L'intimo solo boxer "La Perla Uomo". Pantalone da spiaggia Bear, tinta unita nero. Via dal polso bracciali in cotone o oro, finto povero; fuori dal cassetto bracciali marinari in acciaio con bandiere nautiche e cordoncini in vari colori la chiusura in acciaio. Via gli anelli se non è una fede nuziale. Le calze in cotone lungo rigorosamente marca Gallo: a righe colorate per l'informale, tinta unita per il formale, mai senza calza se non sei in spiaggia se ci sei, un bel unico sandalo tropézzianes; unica concessione al no calza. Un altro accessorio che non può mancare uno strumento da scrittura, via le stilografiche che d'estate macchiano; avanti le roller addotto Vittorio Martini e Chanel, tutta la vita.



Le cinture sempre in ogni occasione su ogni pantalone, il produttore La Vacchetta Bianca i materiali: razza, camoscio, pelle lucida per il classico fibbia anonima. Una concessione alla fibbia Gucci per una cintura classica blu o nera. I profumi Terre D'Hermés o Dior Home Cologne per il formale, per l'informale Acqua di Gio o Acqua dell'Elba. Il profumo sempre spruzzato sui vestiti mai sulla pelle. Archiviati i sigari Toscano Millenium, per adottare i più freschi Toscanelli aromatizzati alla cannella o per la sera un Modigliani. I vini in cantina: Vermentino di Gallura Nieddù, Lambrusco Rosso o Rosé Ceci, Champagne Don Perignon rosé; tutti serviti ghiacciati. No alcol tutta l'estate se non è Mojito; rigorosamente bevuto se è sera. I tatuaggi rigorosamente in pezzi del corpo che non esibisco, il tatuaggio è un bel modo di comunicare racconta la nostra storia ma privatissimo va coperto.



Che dirvi per salutarvi: - buona primavera / estate a tutti, ma soprattutto buona camicia a tutti; alla prossima da, Ellebasta. 




Buona Pasqua.




Auguro a tutti gli Amici di "VIRUS", 
una buona Pasqua.


A presto, da  ELLEBASTA.

Confederazione Russa



Vi rivelo la mia fonte per le notizie economiche e politiche che riguardano la Confederazione Russa; è il giornalista Paul Robert Spadoni, un mese fa abbiamo iniziato a sentirci sul web e gli ho chiesto se potevo utilizzare Lui come informatore per raccontare i fatti che interessano questa parte di Mondo, materiale per il mio blog "VIRUS", ha acconsentito. Sono molto felice di poterlo citare per il suo contributo, una fonte autorevole, a Robert vanno i miei ringraziamenti per questa opportunità.

A presto da. ELLEBASTA. 

Paul Robert SpadoniPaul Robert Spadoni

sabato 4 aprile 2015

C.p.L. ; mezz' ora d'aria !




Potrei parlarvi di Casari non con toni amichevoli, farò di più : - Casari è un insopportabile arrogante, presuntuoso, iracondo, parvenu, un "vero Signore"; per farla breve.  Sei mesi fa dichiarava “Noi al Sud quando prendiamo gli appalti mettiamo subito le cose in chiaro, Noi non facciamo accordi con i delinquenti e non paghiamo nessuno, Noi abbiamo le palle, ” io udendo quelle parole ho esclamato: “ ci siamo”, non ci siamo, ci sono, c’erano e ci facevano.


( Foto di Group ! )

Oggi hanno eletto il Vice Presidente di una vita, a fare il Presidente, uno che non poteva non sapere quali accordi esistevano per l’assegnazione e la gestione degli appalti; visto che molti atti li controfirmava, ma da vero compagno ha sospeso tutti gli indagati, e se stesso le dimissioni no. Tanto C.p.L. farà la fine della Coop Muratori Argenta, anche in quel caso foto di gruppo con il Senatore D'Alema, non è che porta sfiga. Per chi non sapesse cosa era la Coop Argenta ve lo rivelo io, una Coop di costruzioni con 3000 addetti / Soci che si è fumata svariati milioni di Euro risparmi dei Soci oltre il loro TFR, producendo un buco da 400.000.000 di Euro. Alcuni appalti all’epoca in essere sono confluiti in C.p.L. appunto e in C.M.C. ( se a Concordia piove a Carpi c’è il sole? ).
Nella carriera di Casari non poteva mancare un excursus nel mondo del calcio, sino a due anni fa era Patron del Modena Calcio, ma cosa aveva di strategico per un’impresa di costruzioni Coop la proprietà di una squadra di calcio, a saperlo !?  E' malignità fare ipotesi, se poi ci si azzecca ! Vi racconto unna storiella: - papà, papà, dice il bambino al genitore; cos'è un Presidente di una squadra di calcio ? Un ricco che vuole diventare povero, figliolo !


(Che assegni ! )


Dopo questa perla di saggezza non mi rimane che salutarvi, alla prossima da ELLEBASTA.

Confederazione Russa, e la nostra stampa + politica, cialtrona.




Il primo post di oggi è di Politica Internazionale, da un po' di tempo commentavo fatti del Medio Oriente, oggi visto che la stampa troppo impegnata in beghe locali tace, guardiamo ai nostri improbabili futuri partner Europei gli Ucraini, al conflitto che ha creato lo stato di fatto delle sanzioni alla Confederazione Russa da parte di U.S.A. e Europa, il gioco che ha un costo certo per la nostra borsa dell'export; miliardi di Euro la perdita per l'Italia a vantaggio di chi ? Non certo per Noi. Putin dal canto suo con una popolarità al 67 % presso la sua Popolazione se ne "sbatte" che che ne dica la nostra stampa, dalla reputazione di autorevolezza e imparzialità sempre più scassata. Zar Putin intanto ha sfruttato l'occasione per sostituire le nostre forniture concludendo accordi commerciali con il Brasile e la Cina per le necessità agro alimentari, programmando i suoi prossimi 10 anni per un rilancio industriale interno che porti la, Confederazione, all'autonomia per l'industria pesante, i beni di largo consumo , gli armamenti. La contro sanzione ha fatto goal, inutile il dumping per abbattere il prezzo del petrolio cercando di creare a loro una crisi finanziaria. I Paesi del BRIC non stanno a guardare. 
L’obiettivo degli Usa era quello di trasformare l’Ucraina in uno stato fantoccio nel cuore dell’Europa. A puppet State, come di dice in gergo anglofono. Un focolaio di instabilità da accendere o sopire a seconda del momento e del livello delle tensioni con Mosca. Non immaginava Washington che gli ucraini avrebbero preso la cosa troppo alla lettera e così scopertamente. Un numero esorbitante di zimbelli sta mettendo a rischio la credibilità del governo e la partnership di Kiev con le nazioni civili occidentali. Anche al ridicolo c’è un limite e gli oligarchi lo stanno superando incappando in zuffe tra loro e dichiarazioni ben oltre l’accettabile che fanno vergognare i loro sponsor. Poroshenko (che si aggira per gli eventi pubblici mondiali con souvenir di guerra e passaporti di sedicenti soldati russi, i quali sarebbero la prova inequivocabile dell’aggressione di Mosca ai danni del suo paese) e Yatseniuk (il quale è convinto che la Russia abbia invaso la Germania nazista) generano tra i partner internazionali un imbarazzo crescente che fa aumentare anche gli escamotage per evitarli, soprattutto in occasioni ufficiali. Ma a Kiev insistono col negazionismo e nonostante gli venga costantemente sconsigliato dagli alleati continuano a nominare eroi nazionali collaborazionisti di Hitler come Stephan Bandera che essendo doppiamente traditori sono stati tolti di mezzo dai medesimi nazisti. I quali non erano così fessi come i loro presunti nipotini moderni. Tutto ciò mentre in Ucraina avanza un pericoloso ed efferato revisionismo che travolge cose, luoghi e persone, dai monumenti a Lenin, alle città simbolo della resistenza colpite dalla guerra, ai colorados (come vengono chiamati gli abitanti di Donetsk e Lugansk che espongono il nastro di San Giorgio, simbolo della vittoria dell’URSS nella II guerra mondiale) ancora fedeli alla storia come è stata sin qui conosciuta e commemorata. Proprio ieri si è saputo che Poroshenko ha offerto al leader di Pravy Sektor, Dimitro Yarosh, un posto al Ministero della Difesa. La cooptazione del neonazista nei ranghi governativi rappresenta un tentativo per riportare la situazione nella “legalità” dopo gli innumerevoli episodi di violenze gratuite e scorribande messe in atto dai battaglioni di volontari impegnati nel conflitto contro il Donbass. Questi estremisti disimpegnati dalla guerra costituiscono un grande rischio, in tempo di pace relativa, anche per Kiev. Sia chiaro, non credo affatto che Yarosh sia più sanguinario di Poroshenko, e nemmeno credo che i militanti di Pravy Sektor abbiano mai preso in mano un libro per addentrarsi nelle vicende del nazismo, tanto da capirne origini e finalità, altrimenti non avrebbero mai preso soldi dagli Usa e ricevuto addestramento dalla Cia, sono nazisti fasulli in sostanza, tuttavia è incredibile come in Ucraina, sotto lo sguardo silente dell’EU, si cerchi di coinvolgere nella gestione del potere un tipo ricercato dall'Interpol per incitamento all'odio razziale e atti di terrorismo internazionale. Per quanto tempo i nostri giornali e i nostri leader politici potranno ancora nascondere questa magagne xenofobe e discriminatorie che sono montagne di disprezzo per la verità e la giustizia? La favola della rivoluzione di Majdan è già finita. La piazza è stata strumentalizzata da potenze straniere e clan oligarchici per capovolgere rapporti di forza favorevoli a Mosca, in cambio della carneficina di una parte dei propri connazionali. Non proprio un bell’affare ed un’onta che peserà a lungo sulla coscienza degli ucraini dell’ovest. Oggi i nodi vengono al pettine ma il popolo, stupido fino alla morte, non ha ancora capito di essere stato usato contro i suoi interessi. Recentemente, abbiamo assistito ad un classico ucraino: lo scontro tra ricchi prepotenti per il furto dei beni pubblici. Il magnate Kolomoisky, tra i pezzi da novanta del Paese, dopo un decreto presidenziale che di fatto lo privava del controllo di una delle principali compagnie energetiche nazionali ne ha fatto occupare la sede militarmente minacciando di mandare i suoi battaglioni contro la Capitale. E’ dovuto intervenire l’ambasciatore americano a Kiev per dirimere la questione. Kolomoisky è stato dimissionato dal governatorato di Dnepropetrovsk per l’atto scellerato ma Poroshenko ha dovuto risarcirlo con 800 milioni di grivne, ovviamente soldi dei cittadini ucraini ormai alla fame, sotto forma di contributi alla sua PrivatBank. Ecco la democratica Ucraina che ha fatto litigare mezza Europa coi russi. Nulla è cambiato dai tempi di Janukovic, anzi la situazione è peggiorata a detta di molti analisti nostrani. Ne valeva la pena? No, ma anche l’Europa è vittima della ingombrante presenza di Washington che ha i suoi piani sull’est del continente per imbrigliare tanto Bruxelles che Mosca. Come potrà mai questa Ucraina di criminali, con un’economia fallita, far parte dell’Ue? Non siamo in grado di risolvere i blandi problemi della Grecia, figuriamoci se potremo mai raccapezzarci con Kiev che ne ha di mastodontici. L’agenzia di rating Moody’s, in un suo ultimo rapporto, sostiene che il default dell’Ucraina si verificherà con una probabilità vicina al 100%. Se le cose stanno in questi termini catastrofici perché l’Ue continua a finanziare Kiev ben sapendo che non otterrà più indietro i suoi (anzi nostri) soldi? Per ragioni politiche ovviamente che però non sono coincidenti con i suoi interessi ma soltanto con le prerogative geopolitiche statunitensi. Noi europei paghiamo per tutti senza ricevere nulla come contropartita. L’Ucraina ha annunciato un vasto piano di ristrutturazione della spesa che prevede tagli in molti settori dell’economia nazionale. Lacrime e sangue da far versare ai più deboli. Questi interventi sono stati richiesti dai creditori del Paese (FMI, Banca Mondiale, governi stranieri ecc. ecc.) per provare ad evitare il tracollo e dare una chance ai propri protégé. D’altro canto però, il ministro delle finanze, un’americana naturalizzata ucraina, Natalia Jaresko, ha sviluppato un piano di rientro dai debiti che prevede un accordo coi creditori, i quali dovranno accollarsi un minimo di perdite (si fa per dire, si parla di decurtazioni vicine al 40% del valore dei titoli) per rendere verosimile l’operazione. La Russia, nel 2013, ha acquistato 3 mld di dollari di obbligazioni ucraine che sono solo la punta dell’iceberg dei crediti vantati dal Cremlino. Poi ci sono gli altri debiti di Kiev verso Mosca derivanti dal mancato pagamento della sua bolletta del gas e da altri accordi commerciali non onorati nel conquibus. Ora, perché mai Mosca dovrebbe addossarsi delle perdite per sostenere una nazione che le ha dichiarato inimicizia assoluta sconfinante nel razzismo? E’ chiaro che non lo farà e vanificherà gli intenti della Jaresko e di quelli che muovono i fili alle sue spalle. A quel punto, l’Ucraina diventerà uno stato insolvente che si rifiuta scientemente di onorare i pagamenti. Si metterà fuori dalle leggi internazionali. Se Europa ed Occidente permetteranno anche questa infrazione delle regole da parte della loro nuova colonia metteranno a repentaglio tutto il sistema finanziario mondiale. Chi si fiderà ancora di prestare soldi in un tale quadro di violazione delle norme? La Russia ha tollerato per anni i capricci del vicino, poiché non poteva permettersi di avere uno stato alleato in bancarotta alle sue frontiere, la cui precarietà avrebbe potuto rendere incerti anche i rifornimenti di gas ai compratori europei, considerato che i tubi passano ancora sul suo territorio. Adesso però la situazione è cambiata ed ognuno deve diventare responsabile per le proprie azioni, a meno di non voler far precipitare gli eventi, più di quanto non sia già accaduto. Ci pensino bene gli ucraini prima che sia troppo tardi. Per noi invece i giochi sono fatti, non avremo più le commesse dalla Confederazione, i Russi noi pensiamo che siano gretti e forse nei modi lo possono apparire, certamente e un Popolo fiero, determinato e dalla buona memoria. Concludo con questa massima: 
Il mugìk lo inganna lo zingaro, lo zingaro lo inganna il giudeo, ma il giudeo lo inganna l'armeno, l'armeno lo inganna il greco, mentre il russo lo inganna solo il diavolo, sempre che glielo conceda Dio.

Un saluto a tutti da ELLEBASTA.