mercoledì 3 dicembre 2014

Informazione di servizio !!!



La ricchezza:

- esiste una fiorente letteratura economica e filosofica che, a partire dagli anni 50, si confronta sui temi dello sviluppo a lungo termine. Il driver dello sviluppo è in primo luogo la crescita del know-how detenuto, inteso in accezione ampia: in tale concetto rientra il know-how derivante dalla progressiva crescita del livello del “capitale umano”, il know-how acquisito attraverso scambi commerciali/partnership o, più semplicemente, per effetto della apertura dei sistemi economici favorita (anche) dalla crescita dei processi di interscambio (globalizzazione, commercio). Tutto questo presuppone, ovviamente, che la politica sia opportunamente orientata per favorire questo processo e per beneficiarne trasponendo poi il know-how acquisito al mondo dell’impresa e facendo crescere produttività/reddito/ricchezza. In questo, esistono evidenze empiriche, anche recenti, di come: paesi relativamente piccoli e non particolarmente dotati di risorse naturali siano riusciti a trasformare le proprie economie con una elevata crescita degli investimenti in ricerca e scolarità (Malesia, Corea, Vietnam e altre “tigri asiatiche”) fino a farli diventare paesi all’avanguardia e con redditi crescenti; paesi che hanno accresciuto a ritmi inimmaginabili il proprio livello di produzione e ricchezza nazionale beneficiando delle acquisizioni di know-how detenuto da paesi più evoluti tecnologicamente (Cina su tutti, seppur tale acquisizione di know-how sia avvenuta talvolta in maniera “maldestra” e non proprio in linea con i principi del diritto internazionale, ma da loro la cultura del diritto di proprietà non esiste e chi meglio sa copiare più è riconosciuto capace, la loro lingua fatta di ideogrammi è l’origine di questa nacessità). Le stesse evidenza empiriche attestano che il declino delle economie più forti, inteso nel senso di progressiva riduzione della ricchezza detenuta da un’unico Stato rispetto al totale Mondiale, si è accompagnato ad un progressivo decadimento del livello di istruzione scolastica. Queste riflessioni sono corrette e condivisibili per quanto concerne il ruolo assunto dall’informazione e dalla conoscenza nel determinare i processi di sviluppo a lungo termine, se riteniamo valide e attendibili le informazioni le statistiche i dati ufficiali. Credo, che questo segni la fine del capitalismo che, pur con le sue contraddizioni, ha dimostrato di essere il sistema in grado di assicurare un adeguato processo di accumulo e di riproduzione degli stock di ricchezza. La politica ha fallito: ha fallito nella programmazione, ha fallito nelle scelte che devono orientare i settori trainanti dello sviluppo e per lo sviluppo, ha fallito nel determinare il sistema di regole che stanno alla base di questi processi (si pensi al decadimento del sistema dell’istruzione in Italia ma anche in altri paesi occidentali), ha fallito, nei paesi più evoluti, perché si è avuta la miopia di non capire che la sfida competitiva è una sfida perenne, per progredire in armonia non può esistere una conoscenza chiusa e un diritto di proprietà in materia intelettuale, la nostra demografia in crescita rovinosa ci condanna, se applichiamo ancora questo diritto di proprietà inopportuno. Il nuovo millennio per salvarci deve essere il millennio dell’open source. Infine, piccola provocazione: il capitalismo ha fallito laddove si sono aperte le porte alla libertà di movimento dei capitali finanziari. Laddove, al contrario, i processi di sviluppo e di investimento sono stati attuati con risorse nazionali e/o limitando l’afflusso di capitali stranieri (spesse volte ampiamente speculativi) le cose sono andate diversamente. Nelle socialità dove le regole sono state ispirate dalla teologia e non dalla filosofia, il tasso di conflitto è ridotto e la capacità di innovare e progredire è in fase evolutiva noi viviamo una devoluzione, o decrescita che qualcuno vorrebbe che accettassimo come felice. Nel 1947 la famiglia italiana media mangiava carne una volta la settimana, ora tre. Ma loro erano felici …… direbbero alcuni di noi, la ricchezza a mio parere è la felicità è sfidarci a crescere in armonia e armonizzando. Luca Venturi

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