venerdì 5 dicembre 2014

Una proposta di modello economico

MATERIALE, IMMATERIALE, ECONOMIA.
Materiale: concreto, si tocca, è utile, si possiede, ha un prezzo, si può vendere scambiare regalare, si deve conservare con cura difenderlo dai ladri, si può misurare. E’ energia allo stato solido. Ma soprattutto è ciò che esiste, che si tocca con mano; la materia è frutto dell’immateriale che la genera, la modifica, l’attualizza la rende viva. La materia è la peggior nemica dell’immateriale, il materialismo vuole affermare come unica e vera solo la propria condizione di “filosofia del materialismo”. Il materiale pone in essere comportamenti di controllo sull’immateriale, è consapevole che il suo nemico la tiene in vita, la strategia che usa è fare sopravvivere l’immateriale per renderlo schiavo.  Un esempio: tutti i progetti sono immateriali, i beni nati dai progetti sono materiali, nella nostra contemporaneità tutti i beni utili all’uomo per la propria sopravvivenza sono materiali, ma originati da un progetto immateriale. I progetti sono tutti pensati con sequenze concatenate di rischio, vanno finanziati e non producono immediatamente risorse. I beni materiali sono traducibili in risorse immediate, questo patrimonio finanzia anche l’immateriale tenendolo vivo e controllandolo. Esiste una grande invidia a danno dell’immateriale, il materiale combatte questa guerra spinto dal patimento di essere secondogenito. Il materiale non commette peccati li induce.
L’immateriale: sono i servizi, la cultura, la capacità di creare e di fare progetti espressi da analisi e previsioni. L’immateriale esprime la parte nobile della nostra società a servizio delle produzioni industriali, della creazione di modelli economici e sociali, è il costruttore di proprietà intellettuali. Il fallimento dei modelli economici comunisti e capitalisti ha la propria origine nello sbilanciamento della valutazione economica a favore del materiale, l’incapacità da parte dell’ immateriale di farsi pagare il giusto prezzo. Chi ha la capacità di produrre immateriale ha la capacità di farsi pagare un prezzo ingiusto (pochi), o l’incapacità di farsi pagare in assoluto, (la moltitudine).
L’economia : è una condizione nella quale l’uomo vive e costituisce un modello non solo economico, ma anche sociale, dotato di una propria struttura fatta di regole : gli atti costitutivi e gli statuti. L’uomo costruisce questi ambienti economici che sono transnazionali, le regole che adottano hanno a che fare con la giurisprudenza di riferimento nella nazione che ospita il “soggetto giuridico” , ma di fatto è la volontà dell’individuo di costruire un microcosmo nel quale organizzarsi e regnare. La Legge degli Stati è percepita dai modelli economici come il nemico, quando queste Leggi rallentano o impediscono il profitto. L’uomo è oggi al servizio dell’economia, non il contrario, come dovrebbe essere. L’economia come movimento non si pone il problema del benessere dell’uomo, della tutela dell’ecologia. Sto scrivendo riguardo a  questo tema, ma mi accorgo che raccontare tale fenomeno così può risultare incomprensibile. Ora preciso: ho fatto la narrazione dell’esistente così come la maggioranza degli individui lo percepisce, questa modernità ha dimostrato di non essere un bene, dobbiamo darci nuovi obiettivi, riscrivere le regole, cambiare la prospettiva concedendoci una nuova occasione di rivoluzione, perseguendo lo scopo di aderire ad una nuova formula di “economia sociale”. Questa proposta di rivoluzione tiene conto dell’evoluzione, delle nuove frontiere tecnologiche che sono state sino qui raggiunte, insieme agli effetti sulla trasformazione in atto che va governata. Alcune ipotesi:  l’abolizione della proprietà sostituita da una nuova regolamentazione del possesso consente più produzione di beni, la fornitura di beni e servizi per il periodo che l’individuo può permetterseli, il modificare lo stile di vita di una popolazione secondo la disponibilità finanziaria che ha in quel determinato periodo storico, senza creare il trauma del fallimento quando avviene la necessità di un ridimensionamento. Lo Stato padrone che concede in uso il patrimonio si deve occupare di amministrare bene, oltre che di rendere disponibili gli strumenti di welfare utili alla popolazione, là dove occorre. L’Autorità pubblica deve essere l’unico interlocutore a occuparsi di somministrare assistenza ed opportunità. Gli Amministratori pubblici, liberamente eletti,  sono tecnici politici che propongono soluzioni dichiarando la propria etica. In questo sistema economico “novità” è il prelievo fiscale, che avviene a monte della somministrazione del bene o del servizio: l’elusione o l’evasione sono in questo modo impossibili, come lo è il mancato pagamento del giusto al privato cittadino a saldo delle proprie prestazioni. Per applicare questo format è sufficiente creare una contrattualistica che regoli la concessione in uso dei beni durevoli da parte di un Ente dello Stato, che addebiti al cittadino un canone, lasciando nelle mani del consumatore i denari residui per pagare i beni di prima necessità, quelli per il “divertimento”, quelli per il “vizio”. Una società nella quale tutti pagano il giusto tributo in questo modo è una società amica delle istituzioni, che prelevano meno denaro dai contribuenti ed erogano ottimi servizi. Il denaro, fino ai primi del Novecento, aveva sempre un parametro di riferimento diretto riguardo alla valuta e alla sua conversione in oro, riferita alla riserva aurea dello Stato che batteva moneta. L’evoluzione ha creato la dematerializzazione del diritto di spesa; oggi la virtualizzazione del denaro ha creato una fase nella quale la moneta elettronica impedisce di sapere quanto sia l’indebitamento reale dello Stato e quanto sia la reale solidità dello strumento di pagamento “moneta”. Questa è una fase dal doppio binario: moneta coniata e moneta elettronica, creano un cortocircuito valutario oltre che enormi costi di gestione, ma con la tecnologia digitale tutto ciò non ha più un motivo di essere. Il costo della gestione del denaro, passando ad un metodo di pagamento unico con il mezzo digitale, avrebbe costi minimi e lo Stato otterrebbe grandi risparmi, annullando, tra le altre cose, la possibilità di commettere reati sia penali che finanziari . Il vizio: va liberalizzato depenalizzandolo, ma va anche tassato e questa è la prima fase da normare. Nella seconda fase si deve intervenire con l’educazione e l’istruzione del cittadino, per renderlo edotto riguardo ai rischi che il vizio comporta. Intendo, per vizi, la prostituzione, le droghe, il gioco d’azzardo. Anche in questo caso si avrebbero nuovi gettiti e crollerebbe il costo dell’amministrazione della Giustizia, che oggi deve comminare sanzioni per chi pone in essere comportamenti illegali legati appunto al vizio. La giustizia: i Giudici vanno eletti dal Popolo, che si deve affidare al Giudice potendosi fidare del suo giudizio e della sua imparzialità. Vanno uniformati gli ordinamenti Nazionali, riducendo i gradi di giudizio a due. Vanno semplificati la normativa e i Codici per effetto delle riforme, va diviso l’ordinamento giuridico in due ambiti nettamente separati: Civile e Penale. Va normata la possibilità di doppia condanna per un solo fatto, che viene giudicato in sede civile o penale (va posto divieto affinché la condizione della doppia sanzione non accada) . Così come va creata la condizione  affinché i Giudici e gli Avvocati  possano dedicarsi ad un’unica specializzazione, o Civilistica oppure, in alternativa, Penale. Ai Magistrati deve essere impedito nell’arco della propria vita di poter ricoprire ruoli diversi nell’ ambito dell’ amministrazione della Legge, compresa la carica elettiva di legislatore. Esiste la necessità di educare il Cittadino al rispetto delle sentenze, chiarendo che i concetti di legge e giustizia sono concetti differenti: la prima è dell’uomo, perciò fallibile, la seconda è Divina. L’ora onesta lavorata e i listini di riferimento: un danno enorme in questi anni hanno fatto le libere trattative senza listini di riferimento e i mercati drogati per questo. Se si tratta di prezzi di beni tangibili dovranno esistere tariffari con un minimo ed un massimo, costruiti tenendo conto di parametri certi. Tutte le professioni, saranno tariffate con un metodo di compenso orario rispetto ad un massimo e ad un minimo e, all’interno di questa forbice tariffaria, si muoveranno i prestatori per esercitare la concorrenza nel libero mercato. Non potrà esserci attività speculativa sulla fornitura di prestazioni e manodopera. I burocrati e i Pubblici Ufficiali: non potrà essere che un funzionario Pubblico possa essere pagato per attività improduttive, tutti i cittadini dovranno avere nella Società un ruolo produttivo e l’attività svolta avrà un parametro economico per giudicare il rendimento della prestazione offerta. Si introduce il concetto di ora onesta lavorata. I burocrati con la loro esperienza dovranno favorire la trasformazione del modello economico. Questa, amici, è una rivoluzione necessaria e possibile. Ho semplificato molto le cose da fare, perché le rivoluzioni che hanno successo sono quelle semplici da comunicare e sulle quali trovare un’adesione popolare.

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