sabato 27 dicembre 2014

Un tributo a Vasco Rossi, un aneddoto molto privato.



TRIBUTO A VASCO: No ! Non voglio perdere un'Amico, che non vedo da alcuni anni ma che è sempre nel mio cuore ! ( Raccontando un suo fatto privato ). Aprendo un cassetto dei ricordi mi è venuto in mente questo aneddoto che vi voglio raccontare. Vasco il Komandante è un grande lo è sempre stato, penso che se legesse queste poche righe che ritraggono un passato molto lontano si farebbe una risata. 
A Zocca, il mio Paese ( dove sono nati i miei bis nonni ) e dove io ho trascorso per anni alcuni periodi estivi, in questo luogo incantato circondato da boschi di castagno; gli abitanti indigeni oltre al nome con il tempo acquisiscono il soprannome: esso definisce un tratto identificativo o un’appartenenza, ti accompagna per tutta la vita. Nei necrologi è normale leggerlo associato al nome. E’ tanto noto, che sovrasta ed espelle il nome agli occhi e ala memoria di tutta la Comunità.


Sono nati qui alcuni politici importanti, un ministro, un astronauta, uno psichiatra, un grande chitarrista, un cantante: tutte eccellenze, a ciascuno con un proprio soprannome.


Seduto al tavolo di un bar, un giovane guardava la corriera scendere in città, carica di passeggeri che rincorrevano il loro modesto destino. Avviene uno scambio di pensieri tra il giovane e i pendolari che lo scrutavano…
Il giovane: “Sono matti, questi!” aveva in idea di diventare una rock star.
I viaggiatori: “Veh, merdina!”, ma dove vuole andare questo qui.
E Merdina quel giovane rimase per tutti da quel giorno, almeno nei confini di Zocca. 
Questo fu il primo scambio di pensieri tra Vasco Rossi e il suo futuro pubblico, devoto.

 Luca.

Nessun commento:

Posta un commento