lunedì 15 dicembre 2014

Papa Benedetto XVI° , due anni fa, un ricordo.


Papa Benedetto XVI° viene dimissionato due anni fa dai Movimenti e dalla lotta tra bande, presenti in Vaticano. Lui si smarca con un'atto meditato di grandissimo coraggio e senso di responsabilità, rassegna le sue dimissioni. 

Il risultato del Conclave successivo ci regala un Pontefice, che fin dai suoi primi passi, dona un'iniezione di forza a quell'opera riformatrice che Benedetto XVI° ha iniziato; senza trovare la forza e la chiave politica per completarla.

Da modesto osservatore, penso che in questa prima fase sia un pontificato "condiviso" la capacità di comunicazione e i modi schietti e risoluti di Papa Francesco, coadiuvati dalla grande conoscenza delle dinamiche Curiali Vaticane da parte di Papa Ratzinger . Ho letto in questo periodo molti vecchi scritti di Papa Francesco, ammetto la mia tentazione di pensare che i due Papi si parlino molto di un tema:- la riforma della Chiesa cattolica, se è così, questa discussione porta in dono una strategia di grande efficacia.

Francesco è certamente il Pontefice che più ha scritto sulla "questione sociale" da Vescovo. Innumerevoli discorsi ed omelie e il riferimento costante al sociale. Tutti i suoi documenti ci sorprendono, non solo per la vastità ma anche per l'ampiezza di orizzonti, il coraggio e la profondità con i quali il Papa fa sua tutta la dottrina sociale della Chiesa e la ripropone in maniera rinnovata e fervente. Andare "più in profondità" nel suo pensiero ha qualcosa di simile a quelle traversate che il Signore faceva con i suoi discepoli, quando li istruiva nella ricca e misteriosa realtà del lago di Genesareth, simbolo del mondo e della storia. Nella racchiusa forma dell'esortazione apostolica "Evangelii Gaudium" palpita la dottrina sociale della Chiesa in forma universale e concreta, illuminata dal Vangelo. Dall'inizio del suo pontificato, "il Papa che viene dall'altra parte del Mondo", ci invita ad entrare là dove la vita sociale dell'uomo si gioca a forza di sudore e sacrifici, a forza di lanciare le reti una volta ancora: nel mondo del lavoro e della solidarietà, con vastità di orizzonti.Impegnarsi nella "questione sociale" è entrare pienamente nella "questione planetaria", le parole di Giovanni Paolo II nella Novo Millennio Ineunte (2001):"È noto lo sforzo che il Magistero ecclesiale ha compiuto e la grande creatività che è chiamata a dimostrare, in questo secolo XXI°, per leggere la realtà sociale alla luce del Vangelo ed offrire in modo sempre più puntuale ed organico il proprio contributo alla soluzione della questione sociale, divenuta ormai una questione planetaria".Per il Papa "questo versante etico-sociale" deve essere proposto "come una dimensione imprescindibile della testimonianza cristiana". Papa Francesco ha il coraggio di respingere come "tentazione" una "spiritualità nascosta e individualista" un modo di porsi da farisei nel tempio. La sua proposta è una spiritualità di comunione, una spiritualità che tiene conto della dimensione sociale dell'uomo e del bisogno di redenzione, oltre al ruolo della Chiesa, chiamata all'accompagnamento del perdono e all'accoglienza nella Famiglia Cristiana, la Madre Chiesa. L'altra, quella individualista e nascosta "ha poco a che fare con le esigenze della carità, con la logica dell'Incarnazione e con la tensione escatologica del cristianesimo". È vero che la speranza del cielo ci rende consapevoli "della relatività della storia", eppure "non ci esime in nessun modo dal dovere di costruirla" per questo chiama i Cristiani cattolici a essere parte attiva nella vita pubblica e di relazione. È molto attuale al riguardo l'insegnamento del Concilio Vaticano II: "Il messaggio cristiano non esime gli uomini dal compito della costruzione del mondo, né li spinge a disinteressarsi del bene dei propri simili, ma li obbliga a compiere ciò come un dovere". Il richiamo al badare all'essenziale nella voce del Papa è esortazione che ci consola e ci fortifica per remare più al largo nel nuovo millennio e, con la luce del Vangelo ad illuminare la "questione sociale".I principali aspetti della dottrina sociale del XXI° secolo l'impegno del magistero di interpretare la realtà sociale odierna alla luce del Vangelo, di cui parla il Papa, ha visto il Papa stesso come principale protagonista, inizialmente, prendendosi l'onere delle critiche di chi ancora non ha voglia di capire o di capirlo. Papa Francesco ci ricorda i punti principali del pensiero sociale dei Pontefici ed il suo proprio: "Nel corso del secolo, inoltre, sulle orme di Leone XIII, i Papi hanno ripreso sistematicamente i temi della dottrina sociale cattolica, trattando delle caratteristiche di un giusto sistema nel campo dei rapporti tra lavoro e capitale. Basti pensare all'Enciclica Quadragesimo anno di Pio XI, ai numerosi interventi di Pio XII, alla Mater et Magistra e alla Pacem in terris di Giovanni XXIII, alla Populorum Progressio e alla Lettera Apostolica Octogesima Adveniens di Paolo VI. Giovanni Paolo II° ha una grande attenzione ad una spiritualità del lavoro tenendo presenti i due elementi della dottrina sociale della Chiesa sottolineati da questo grande Papa:- "la tutela della dignità e dei diritti della persona nell'ambito di un giusto rapporto tra lavoro e capitale e la promozione della pace" Esplicitamente il Papa unisce il mondo del lavoro esortando a questa Spiritualità di Comunione, che intende essere il paradigma della Chiesa del nuovo millennio, una Chiesa che si rinnova con grande attenzione agli effetti della globalizzazione. Le caratteristiche di questa spiritualità rinnovata è molto bene esposta da Papa Francesco: - Spiritualità della comunione significa innanzitutto sguardo del cuore portato sul mistero della Trinità che abita in noi, e la cui luce va colta anche sul volto dei fratelli che ci stanno accanto. Successivamente il Papa precisa tre ambiti nei quali dobbiamo prepararci per la comunione alla luce della presenza di Dio nel volto di ogni uomo. Li caratterizziamo così: Renderci capaci della nostra appartenenza ad un solo corpo; Spiritualità della comunione significa inoltre capacità di sentire il fratello di fede nell'unità profonda del Corpo mistico, dunque, come « uno che mi appartiene », per saper condividere le sue gioie e le sue sofferenze, per intuire i suoi desideri e prendersi cura dei suoi bisogni, per offrirgli una vera e profonda amicizia. Essere capaci di avere una visione che valorizza la propria organicità. Spiritualità della comunione è pure capacità di vedere innanzitutto ciò che di positivo c'è nell'altro, per accoglierlo e valorizzarlo come dono di Dio: un « dono per me », oltre che per il fratello che lo ha direttamente ricevuto. Essere capaci di dare spazio senza dominare gli spazi. Spiritualità della comunione è infine saper « fare spazio » al fratello, portando « i pesi gli uni degli altri » e respingendo le tentazioni egoistiche che continuamente ci insidiano e generano competizione, carrierismo, diffidenza, gelosie. Pensiamo che questa spiritualità di comunione, dalle molteplici ricadute in ogni ambito concreto della vita ecclesiale, ha un significato particolare se lo applichiamo a questa spiritualità del lavoro che il Papa invita gli operai a coltivare e a noi tutti che decidiamo con convinzione di essere protagonisti del cambiamento. Il Papa dice di partire dall'uomo, da questo uomo il cui senso profondo e finale si trova solo in Gesù Cristo, Redentore dell'uomo. L'uomo nella visione che ci racconta Papa francesco «è la prima e fondamentale via della Chiesa», e ciò proprio in base all'inscrutabile mistero della Redenzione in Cristo, allora occorre ritornare incessantemente su questa via e proseguirla sempre di nuovo secondo i vari aspetti, nei quali essa ci svela tutta la ricchezza e al tempo stesso tutta la fatica dell'esistenza umana sulla terra". Sottolineiamo prima di tutto questa visione del Papa che ci parla di una spiritualità che "comincia e prende il largo nel cammino dell'uomo. Di un uomo, è bene sottolinearlo, immerso nel mistero di Gesù Cristo Redentore, ma non di un uomo solamente in una dimensione verticale, ma di un uomo contestualizzato nella realtà e nella storia dal punto di vista del lavoro e della vita nella comunità. Il Papa cerca di proporci la soluzione o, piuttosto, la graduale soluzione della questione sociale, che continuamente si ripresenta e si articola di volta in volta di nuovi aspetti, di nuove variabili, negli stili di vita e si fa sempre più complessa, deve essere cercata nella direzione di «rendere la vita umana più umana», allora appunto la chiave, che è il lavoro umano, acquista un'importanza fondamentale e decisiva. Giovanni Paolo II  e Benedetto XVI° riconfermarono tali intuizioni:- Mentre esiste l'uomo, esisterà il gesto libero di autentica partecipazione alla creazione che è il lavoro. È una delle componenti essenziali per la realizzazione della vocazione dell'uomo, che si manifesta e si scopre sempre come colui che è chiamato da Dio a "dominare la terra". Neanche chi lo volesse può smettere di essere "un soggetto che decide autonomamente" destinato a partecipare e guidare la propria evoluzione. A lui Dio ha affidato questa suprema ed impegnativa libertà. Da questa prospettiva, oggi più che ieri, possiamo ripetere che "il lavoro è una chiave, forse la chiave essenziale, di tutta la questione sociale" Il Papa ripete ciò dalla prospettiva dell'essenza stessa dell'uomo, essenza dalla quale deriva la missione di "dominare la terra" e che implica la "libera decisione di essere collaboratori del Creatore. Anche in questo aspetto la segnalazione per il motivo fondamentale del cambiamento di paradigma che si operava in modo crescente nel nostro mondo moderno, il rischio più rappresentativo e decisivo della nostra civiltà attuale è che il potere si trasforma, in modo crescente, in qualcosa di anonimo. Da qui si sviluppano, come da una radice, tutti i pericoli e le ingiustizie che subiamo attualmente. E l'antidoto non è altro se non farsi ognuno responsabile in modo partecipe del potere. La visione che emerge sul lavoro umano come il luogo dove l'uomo decide liberamente sull'uso del potere come servizio e collaborazione all'opera creatrice di Dio per il bene dei suoi fratelli.L'uomo che lavora, in modo libero, creativo, partecipativo e solidale Il lavoro è un luogo dove tutti i principi della dottrina sociale della Chiesa e della società acquisiscono concretezza. L'ordine sociale ha al centro l'uomo... All'uomo che lavora in modo libero, creativo, partecipativo e solidale. In questo uomo che lavora si centrano e si vincolano concretamente gli altri principi. Con il lavoro si compie il principio della "destinazione universale dei beni". Con il lavoro diventa reale "la legittimità della proprietà privata, come condizione indispensabile dell'autonomia personale e familiare". Nella valorizzazione del lavoro - di tutti i tipi di lavoro - come la fonte dalla quale scaturiscono tutti i beni che permettono la vita della società, si radica il concetto dei doveri e dei diritti che devono regolare lo Stato e si chiarisce il ruolo proprio dello Stato come promotore e tutore del bene comune. Il lavoro: luogo dove si operano gradualmente tutte le trasformazioni sociali. Questa prospettiva, ancorata nell'uomo che lavora, abbatte tutti i concetti fatalisti e meccanicistici nel momento in cui si valuta come e dove si operano le grandi trasformazioni sociali. Sarebbe un grave errore credere che le trasformazioni attuali avvengano in modo determinista. Il fattore decisivo, in altre parole, "l'arbitro' di questa complessa fase di cambiamento, è ancora una volta l'uomo, che deve continuare ad essere il vero protagonista del suo lavoro. Può e deve farsi carico in modo creativo e responsabile delle attuali trasformazioni, perché contribuiscano alla crescita della persona, della famiglia, della società nella quale vive e di tutta la famiglia umana. Della Famiglia umana il S. Padre si vuole occupare da Uomo moderno entrando nel merito delle trasformazioni degli stili di vita, dei nuovi mezzi tecnologici e dei nuovi spazi di misera solitudine che si sono creati. E' un'approccio all'accoglienza o meglio a riaccogliere dove non esclude la discussione sui sacramenti e sui nuovi matrimoni. Si pone il problema dell'isolamento dei Cristiani risposati da accogliere, ma anche quello dell'omosessualità. Tendenza alla quale nemmeno alcuni Ecclesiastici sono capaci di esserne immuni, creando scandalo nelle loro Chiese. Se analizziamo l'opera o meglio l'operatività dei due anni di Pontificato; non mi stupirebbe che il Papa, sia dotato di una doppia forza, oltre a quella dello Spirito Santo.Auguri al Papa Emerito Benedetto XVI°, un grande Pontefice. Buon lavoro e tanta salute a Papa Francesco. 

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