domenica 5 aprile 2015

Cambio di armadio, arriva il sole.


Buon giorno a tutti, 
la primavera si è affacciata in questa giornata Pasquale con il sole che rende bello il mare oltre il miracolo delle fioriture. Il cambio di stagione mi permette di parlare di abbigliamento e di stile nel porsi e nel vestire. Naturalmente vi parlo delle mie scelte personali, quelle di un'uomo di 50 anni che non è un "Fashion Victim", conierei un altro modo per definirmi "Be Fashion No Victim " . La mia scelta è sempre sul classico anche se la primavera e l'estate consente di utilizzare il formale e l'informale in un mix contaminandosi. Vanno in cassaforte gli orologi d'oro io scelgo d'inverno: Michol Kors oltre che Patek Fhillipe, nel cassetto del tempo non può mancare un po' di classico: Zenit Sporto cinturino in coccodrillo e Lanco tutto oro rosso e relativo bracciale costruito per il mercato Americano. Non possiedo nessun Rolex oro. Il motivo è che tutti ti guardano il polso e si chiedono se è una replica, lusso troppo ostentato. Archiviato il cassetto del tempo invernale adoro: Panerai Luminor Marina in vari colori quadrante nero, blu, Giallo. Rolex Explorer quadrante nero, giallo, rosso e blu, con relativo cinturino in cocco di uguale colore. Quest'anno la collezione Maserati è splendida e il rapporto qualità prezzo vincente, amici mi hanno regalato un Maserari con quadrante madreperla uno spettacolo. Old stile suggerisco Timex acciaio e citizen sia analogico che digitale anni '80. L'occhiale fa', uno solo a stagione, la penso come Enzo Ferrari che diceva che era un'accessorio "utile per non essere leggibili", quest'anno ho scelto Ray - Ban modello Signet. 


Le calzature rigorosamente Stefano Branchini per l'informale, Ferragamo per il classico, non può mancare nel porta scarpe una modello Mantellassi vela in camoscio, colori: blu, nero, bianco. Per il formale l'abito completo ;scelgo il sarto Boglioli, quest'anno nell'armadio ho due suoi abiti abiti con giacca collo alla coreana, la giacca si può portare anche spezzata in abbinata a un jeans. Il tessuto  è cotone e fresco lana, escludo lo stropicciatissimo lino. Il pantalone informale un classico jeans Armata di Mare o Barba. Le camice collo alla francese tutte a maniche lunghe una concessione il collo alla coreana. Le classiche prodotte da Antica Sartoria Napoletana, le sportive Ralph Lauren, con relativi maglioni in tutte le tinte, indistruttibili. 


Nel guardaroba con può mancare un maglione in cotone Ballantine a losanghe colorate e un ritorto Lacost tennis. Cravatte solo in tinta unita materiale seta in varie colorazioni, Francesco Racori Como.L'intimo solo boxer "La Perla Uomo". Pantalone da spiaggia Bear, tinta unita nero. Via dal polso bracciali in cotone o oro, finto povero; fuori dal cassetto bracciali marinari in acciaio con bandiere nautiche e cordoncini in vari colori la chiusura in acciaio. Via gli anelli se non è una fede nuziale. Le calze in cotone lungo rigorosamente marca Gallo: a righe colorate per l'informale, tinta unita per il formale, mai senza calza se non sei in spiaggia se ci sei, un bel unico sandalo tropézzianes; unica concessione al no calza. Un altro accessorio che non può mancare uno strumento da scrittura, via le stilografiche che d'estate macchiano; avanti le roller addotto Vittorio Martini e Chanel, tutta la vita.



Le cinture sempre in ogni occasione su ogni pantalone, il produttore La Vacchetta Bianca i materiali: razza, camoscio, pelle lucida per il classico fibbia anonima. Una concessione alla fibbia Gucci per una cintura classica blu o nera. I profumi Terre D'Hermés o Dior Home Cologne per il formale, per l'informale Acqua di Gio o Acqua dell'Elba. Il profumo sempre spruzzato sui vestiti mai sulla pelle. Archiviati i sigari Toscano Millenium, per adottare i più freschi Toscanelli aromatizzati alla cannella o per la sera un Modigliani. I vini in cantina: Vermentino di Gallura Nieddù, Lambrusco Rosso o Rosé Ceci, Champagne Don Perignon rosé; tutti serviti ghiacciati. No alcol tutta l'estate se non è Mojito; rigorosamente bevuto se è sera. I tatuaggi rigorosamente in pezzi del corpo che non esibisco, il tatuaggio è un bel modo di comunicare racconta la nostra storia ma privatissimo va coperto.



Che dirvi per salutarvi: - buona primavera / estate a tutti, ma soprattutto buona camicia a tutti; alla prossima da, Ellebasta. 




Buona Pasqua.




Auguro a tutti gli Amici di "VIRUS", 
una buona Pasqua.


A presto, da  ELLEBASTA.

Confederazione Russa



Vi rivelo la mia fonte per le notizie economiche e politiche che riguardano la Confederazione Russa; è il giornalista Paul Robert Spadoni, un mese fa abbiamo iniziato a sentirci sul web e gli ho chiesto se potevo utilizzare Lui come informatore per raccontare i fatti che interessano questa parte di Mondo, materiale per il mio blog "VIRUS", ha acconsentito. Sono molto felice di poterlo citare per il suo contributo, una fonte autorevole, a Robert vanno i miei ringraziamenti per questa opportunità.

A presto da. ELLEBASTA. 

Paul Robert SpadoniPaul Robert Spadoni

sabato 4 aprile 2015

C.p.L. ; mezz' ora d'aria !




Potrei parlarvi di Casari non con toni amichevoli, farò di più : - Casari è un insopportabile arrogante, presuntuoso, iracondo, parvenu, un "vero Signore"; per farla breve.  Sei mesi fa dichiarava “Noi al Sud quando prendiamo gli appalti mettiamo subito le cose in chiaro, Noi non facciamo accordi con i delinquenti e non paghiamo nessuno, Noi abbiamo le palle, ” io udendo quelle parole ho esclamato: “ ci siamo”, non ci siamo, ci sono, c’erano e ci facevano.


( Foto di Group ! )

Oggi hanno eletto il Vice Presidente di una vita, a fare il Presidente, uno che non poteva non sapere quali accordi esistevano per l’assegnazione e la gestione degli appalti; visto che molti atti li controfirmava, ma da vero compagno ha sospeso tutti gli indagati, e se stesso le dimissioni no. Tanto C.p.L. farà la fine della Coop Muratori Argenta, anche in quel caso foto di gruppo con il Senatore D'Alema, non è che porta sfiga. Per chi non sapesse cosa era la Coop Argenta ve lo rivelo io, una Coop di costruzioni con 3000 addetti / Soci che si è fumata svariati milioni di Euro risparmi dei Soci oltre il loro TFR, producendo un buco da 400.000.000 di Euro. Alcuni appalti all’epoca in essere sono confluiti in C.p.L. appunto e in C.M.C. ( se a Concordia piove a Carpi c’è il sole? ).
Nella carriera di Casari non poteva mancare un excursus nel mondo del calcio, sino a due anni fa era Patron del Modena Calcio, ma cosa aveva di strategico per un’impresa di costruzioni Coop la proprietà di una squadra di calcio, a saperlo !?  E' malignità fare ipotesi, se poi ci si azzecca ! Vi racconto unna storiella: - papà, papà, dice il bambino al genitore; cos'è un Presidente di una squadra di calcio ? Un ricco che vuole diventare povero, figliolo !


(Che assegni ! )


Dopo questa perla di saggezza non mi rimane che salutarvi, alla prossima da ELLEBASTA.

Confederazione Russa, e la nostra stampa + politica, cialtrona.




Il primo post di oggi è di Politica Internazionale, da un po' di tempo commentavo fatti del Medio Oriente, oggi visto che la stampa troppo impegnata in beghe locali tace, guardiamo ai nostri improbabili futuri partner Europei gli Ucraini, al conflitto che ha creato lo stato di fatto delle sanzioni alla Confederazione Russa da parte di U.S.A. e Europa, il gioco che ha un costo certo per la nostra borsa dell'export; miliardi di Euro la perdita per l'Italia a vantaggio di chi ? Non certo per Noi. Putin dal canto suo con una popolarità al 67 % presso la sua Popolazione se ne "sbatte" che che ne dica la nostra stampa, dalla reputazione di autorevolezza e imparzialità sempre più scassata. Zar Putin intanto ha sfruttato l'occasione per sostituire le nostre forniture concludendo accordi commerciali con il Brasile e la Cina per le necessità agro alimentari, programmando i suoi prossimi 10 anni per un rilancio industriale interno che porti la, Confederazione, all'autonomia per l'industria pesante, i beni di largo consumo , gli armamenti. La contro sanzione ha fatto goal, inutile il dumping per abbattere il prezzo del petrolio cercando di creare a loro una crisi finanziaria. I Paesi del BRIC non stanno a guardare. 
L’obiettivo degli Usa era quello di trasformare l’Ucraina in uno stato fantoccio nel cuore dell’Europa. A puppet State, come di dice in gergo anglofono. Un focolaio di instabilità da accendere o sopire a seconda del momento e del livello delle tensioni con Mosca. Non immaginava Washington che gli ucraini avrebbero preso la cosa troppo alla lettera e così scopertamente. Un numero esorbitante di zimbelli sta mettendo a rischio la credibilità del governo e la partnership di Kiev con le nazioni civili occidentali. Anche al ridicolo c’è un limite e gli oligarchi lo stanno superando incappando in zuffe tra loro e dichiarazioni ben oltre l’accettabile che fanno vergognare i loro sponsor. Poroshenko (che si aggira per gli eventi pubblici mondiali con souvenir di guerra e passaporti di sedicenti soldati russi, i quali sarebbero la prova inequivocabile dell’aggressione di Mosca ai danni del suo paese) e Yatseniuk (il quale è convinto che la Russia abbia invaso la Germania nazista) generano tra i partner internazionali un imbarazzo crescente che fa aumentare anche gli escamotage per evitarli, soprattutto in occasioni ufficiali. Ma a Kiev insistono col negazionismo e nonostante gli venga costantemente sconsigliato dagli alleati continuano a nominare eroi nazionali collaborazionisti di Hitler come Stephan Bandera che essendo doppiamente traditori sono stati tolti di mezzo dai medesimi nazisti. I quali non erano così fessi come i loro presunti nipotini moderni. Tutto ciò mentre in Ucraina avanza un pericoloso ed efferato revisionismo che travolge cose, luoghi e persone, dai monumenti a Lenin, alle città simbolo della resistenza colpite dalla guerra, ai colorados (come vengono chiamati gli abitanti di Donetsk e Lugansk che espongono il nastro di San Giorgio, simbolo della vittoria dell’URSS nella II guerra mondiale) ancora fedeli alla storia come è stata sin qui conosciuta e commemorata. Proprio ieri si è saputo che Poroshenko ha offerto al leader di Pravy Sektor, Dimitro Yarosh, un posto al Ministero della Difesa. La cooptazione del neonazista nei ranghi governativi rappresenta un tentativo per riportare la situazione nella “legalità” dopo gli innumerevoli episodi di violenze gratuite e scorribande messe in atto dai battaglioni di volontari impegnati nel conflitto contro il Donbass. Questi estremisti disimpegnati dalla guerra costituiscono un grande rischio, in tempo di pace relativa, anche per Kiev. Sia chiaro, non credo affatto che Yarosh sia più sanguinario di Poroshenko, e nemmeno credo che i militanti di Pravy Sektor abbiano mai preso in mano un libro per addentrarsi nelle vicende del nazismo, tanto da capirne origini e finalità, altrimenti non avrebbero mai preso soldi dagli Usa e ricevuto addestramento dalla Cia, sono nazisti fasulli in sostanza, tuttavia è incredibile come in Ucraina, sotto lo sguardo silente dell’EU, si cerchi di coinvolgere nella gestione del potere un tipo ricercato dall'Interpol per incitamento all'odio razziale e atti di terrorismo internazionale. Per quanto tempo i nostri giornali e i nostri leader politici potranno ancora nascondere questa magagne xenofobe e discriminatorie che sono montagne di disprezzo per la verità e la giustizia? La favola della rivoluzione di Majdan è già finita. La piazza è stata strumentalizzata da potenze straniere e clan oligarchici per capovolgere rapporti di forza favorevoli a Mosca, in cambio della carneficina di una parte dei propri connazionali. Non proprio un bell’affare ed un’onta che peserà a lungo sulla coscienza degli ucraini dell’ovest. Oggi i nodi vengono al pettine ma il popolo, stupido fino alla morte, non ha ancora capito di essere stato usato contro i suoi interessi. Recentemente, abbiamo assistito ad un classico ucraino: lo scontro tra ricchi prepotenti per il furto dei beni pubblici. Il magnate Kolomoisky, tra i pezzi da novanta del Paese, dopo un decreto presidenziale che di fatto lo privava del controllo di una delle principali compagnie energetiche nazionali ne ha fatto occupare la sede militarmente minacciando di mandare i suoi battaglioni contro la Capitale. E’ dovuto intervenire l’ambasciatore americano a Kiev per dirimere la questione. Kolomoisky è stato dimissionato dal governatorato di Dnepropetrovsk per l’atto scellerato ma Poroshenko ha dovuto risarcirlo con 800 milioni di grivne, ovviamente soldi dei cittadini ucraini ormai alla fame, sotto forma di contributi alla sua PrivatBank. Ecco la democratica Ucraina che ha fatto litigare mezza Europa coi russi. Nulla è cambiato dai tempi di Janukovic, anzi la situazione è peggiorata a detta di molti analisti nostrani. Ne valeva la pena? No, ma anche l’Europa è vittima della ingombrante presenza di Washington che ha i suoi piani sull’est del continente per imbrigliare tanto Bruxelles che Mosca. Come potrà mai questa Ucraina di criminali, con un’economia fallita, far parte dell’Ue? Non siamo in grado di risolvere i blandi problemi della Grecia, figuriamoci se potremo mai raccapezzarci con Kiev che ne ha di mastodontici. L’agenzia di rating Moody’s, in un suo ultimo rapporto, sostiene che il default dell’Ucraina si verificherà con una probabilità vicina al 100%. Se le cose stanno in questi termini catastrofici perché l’Ue continua a finanziare Kiev ben sapendo che non otterrà più indietro i suoi (anzi nostri) soldi? Per ragioni politiche ovviamente che però non sono coincidenti con i suoi interessi ma soltanto con le prerogative geopolitiche statunitensi. Noi europei paghiamo per tutti senza ricevere nulla come contropartita. L’Ucraina ha annunciato un vasto piano di ristrutturazione della spesa che prevede tagli in molti settori dell’economia nazionale. Lacrime e sangue da far versare ai più deboli. Questi interventi sono stati richiesti dai creditori del Paese (FMI, Banca Mondiale, governi stranieri ecc. ecc.) per provare ad evitare il tracollo e dare una chance ai propri protégé. D’altro canto però, il ministro delle finanze, un’americana naturalizzata ucraina, Natalia Jaresko, ha sviluppato un piano di rientro dai debiti che prevede un accordo coi creditori, i quali dovranno accollarsi un minimo di perdite (si fa per dire, si parla di decurtazioni vicine al 40% del valore dei titoli) per rendere verosimile l’operazione. La Russia, nel 2013, ha acquistato 3 mld di dollari di obbligazioni ucraine che sono solo la punta dell’iceberg dei crediti vantati dal Cremlino. Poi ci sono gli altri debiti di Kiev verso Mosca derivanti dal mancato pagamento della sua bolletta del gas e da altri accordi commerciali non onorati nel conquibus. Ora, perché mai Mosca dovrebbe addossarsi delle perdite per sostenere una nazione che le ha dichiarato inimicizia assoluta sconfinante nel razzismo? E’ chiaro che non lo farà e vanificherà gli intenti della Jaresko e di quelli che muovono i fili alle sue spalle. A quel punto, l’Ucraina diventerà uno stato insolvente che si rifiuta scientemente di onorare i pagamenti. Si metterà fuori dalle leggi internazionali. Se Europa ed Occidente permetteranno anche questa infrazione delle regole da parte della loro nuova colonia metteranno a repentaglio tutto il sistema finanziario mondiale. Chi si fiderà ancora di prestare soldi in un tale quadro di violazione delle norme? La Russia ha tollerato per anni i capricci del vicino, poiché non poteva permettersi di avere uno stato alleato in bancarotta alle sue frontiere, la cui precarietà avrebbe potuto rendere incerti anche i rifornimenti di gas ai compratori europei, considerato che i tubi passano ancora sul suo territorio. Adesso però la situazione è cambiata ed ognuno deve diventare responsabile per le proprie azioni, a meno di non voler far precipitare gli eventi, più di quanto non sia già accaduto. Ci pensino bene gli ucraini prima che sia troppo tardi. Per noi invece i giochi sono fatti, non avremo più le commesse dalla Confederazione, i Russi noi pensiamo che siano gretti e forse nei modi lo possono apparire, certamente e un Popolo fiero, determinato e dalla buona memoria. Concludo con questa massima: 
Il mugìk lo inganna lo zingaro, lo zingaro lo inganna il giudeo, ma il giudeo lo inganna l'armeno, l'armeno lo inganna il greco, mentre il russo lo inganna solo il diavolo, sempre che glielo conceda Dio.

Un saluto a tutti da ELLEBASTA. 


domenica 29 marzo 2015

Netanyahu, EXPO, Merkel, Landini; e io cosa c'entro, scopritelo !









Buona domenica,

sono trascorse due settimane dall'ultimo post pubblicato su “VIRUS”, ed eccoci qua, un anno più vecchio: il 12 marzo ho superato la boa dei 50 anni, un traguardo che non mi ha portato a fare bilanci ma a riorganizzare le mie attività, oltre che a ritrovare l’entusiasmo per un nuovo stile di vita.
In due settimane sono accaduti tanti eventi nel nostro Pianeta, il Mondo è cambiato radicalmente dando alla società segnali di tanti nuovi inizi, ma andiamo con ordine nel focalizzare quanto successo: 
Israele: Benjamin Netanyahu è stato rieletto Presidente dello stato d’Israele, sostenuto dalla destra estrema del suo Paese. Con i Fatti di Parigi aveva dato il primo segnale che la sua strategia politica era cavalcare la spinta di rabbia della popolazione e il clima di insicurezza, dovuto agli attentati terroristici. Un mese dopo si è avuto il suo intervento al Congresso Americano, uno spot elettorale con messaggi alla potente lobbie degli Ebrei Americani, una dichiarazione inaudita di contrasto all'amministrazione Obama lanciata da un luogo simbolo dell’ Unione, una nuova ferita insanabile con il Suo Governo. La Sua campagna elettorale è stata incentrata sulla promessa di aggressione allo Stato Palestinese, con l’impegno di non riconoscerlo mai come Stato. Non commento la gravità di questi fatti , ma cito solo una legge dello stato Ebraico: è fatto divieto alle donne di sposare appartenenti ad altre confessioni religiose. Purtroppo ora paga il pegno la Popolazione di Israele, Mussulmana al 20% (abitanti di serie C ). Se continua questa stupida rigidità, condannata ora anche dalla comunità Internazionale, Israele rischia un futuro di isolamento, creando il pericolo di nuovi conflitti nella Regione.




Iniziano le iniziative EXPO, l’alimentazione ne è il tema. Nei prossimi 40 anni la popolazione mondiale raddoppierà, ma non c’è la possibilità di produrre cibo per tutti: bisogna fare la scelta di un nuovo stile alimentare, basato sulla riduzione degli sprechi, su una nuova dieta, sulla necessità di non convertire l’agricoltura per produrre carburanti (il pieno di un SUV di carburante verde viene prodotto da un terreno con dimensioni sufficienti alla produzione di 250 Kg di grano). Vanno restituiti i terreni alle produzioni alimentari e va riconquistata la coltivazione dei terreni “marginali”, incolti. I nuovi granai del Mondo saranno in America Latina e in Africa, i nuovi signori delle scorte alimentari sono già i Cinesi e gli Indiani, che stanno facendo incetta di proprietà terriere in quei luoghi. La Cina possiede oggi il 40% della produzione del grano americano e in più ha una produzione interna, si sta insediando in Africa e in Brasile per ampliare le sue scorte; ultimato questo progetto neo colonialista, diverrà padrona delle sorti alimentari del Pianeta. Altro e ultimo argomento EXPO, l’acqua: il problema sarà quello di diffondere colture che necessitino di scarsa irrigazione e di preservare le falde dall'inquinamento industriale e dagli scarti delle produzioni agricole. I liquami degli allevamenti animali inquinano tre volte quello che inquina oggi lo scarico industriale. Il cibo e l’acqua saranno i nuovi motivi di conflitto, soppiantando la motivazione del controllo delle risorse di carburante fossile. Come fare a evitarlo? La soluzione è investire in ricerca e sviluppo nell'ambito dell’agricoltura, bisogna farlo ora! EXPO deve evidenziare questi aspetti sul tema dell’alimentazione e lasciare stare i vari “EATALY”, che non sono altro che una vetrina di pochezza provinciale dietro alla quale nascondersi, rispetto ai vitali problemi che vi ho appena esposto.



I Tedeschi sono umani fallibili, la tragedia dell’aereo guidato da un pilota suicida della Lufthansa ha evidenziato i limiti anche di una Compagnia così prestigiosa, che non può sacrificare all'altare del profitto la sicurezza dei cittadini; ciò in nessun ambito delle attività lavorative dovrebbe succedere. Bisogna umanizzare i Tedeschi; se la stampa estera facesse il suo mestiere potrebbe informarci delle storture teutoniche, facendoci scoprire che il Re è nudo. La Frau Cancelliere deve smettere di tenere l’atteggiamento dei suoi Nonni, che speravano di dominare un’Europa di probabili schiavi; un’Europa “germanocentrica” non può più funzionare, se ne faccia una ragione. L’Europa deve essere un Club di Stati nel quale si condividono i valori del rispetto delle Istituzioni, delle Leggi, di una Difesa comune, della sussidiarietà. Un’Europa che diventa corpo unico e interlocutore internazionale credibile, antagonista delle possibili politiche ingiuste “degli altri blocchi”, che vorrebbero imporre un’egemonia economica, culturale e religiosa. Rimane a mio avviso escluso dall'Europa il Regno Unito con il Commonwealth, che ha identità propria nello scacchiere internazionale e che mai abdicherà a questo ruolo di privilegio. 


Maurizio Landini l’ho conosciuto sei mesi fa su un treno nella tratta Roma - Bologna, galeotta la prenotazione: eravamo compagni di viaggio, seduti uno accanto all'altro: tra un selfie e l’altro con i passeggeri che lo riconoscevano, abbiamo conversato del più e del meno. Persona piacevole, le nostre chiacchiere erano queste: l’Articolo 18, la necessità di estendere il reato di corruzione all’ambito dell’impresa privata, l’istituzione per Legge dell’albo dei Lobbisti che esistono ma incassano i loro compensi in nero (le tangenti nel privato), la radiazione dalla politica per chi si è macchiato di reati punibili con pene oltre 2 anni, diverso da una radiazione per condanne subite oltre i due anni. Gli manifestai la mia volontà di fondare un’associazione politica, che doveva avere la funzione di movimento di opinione per tutte le tematiche sociali, un’associazione che poteva promuovere e sostenere candidati politici esterni, ma che - per Statuto - non avrebbe potuto candidare propri iscritti. Un’entità che sarebbe dovuta diventare il “cane mastino” a guardia dell’operato dei candidati eletti precedentemente sostenuti, colmando il vuoto ulteriore della stampa Italiana asservita ai Partiti e filoguidata dagli stessi. Un centro di potere visibile non occulto che si comportasse da lobbie e da promotore di un’azione sociale, prevedendo la messa al bando per Legge di tutte le associazioni di fatto segrete che in modo occulto influenzano la vita politica, sociale ed economica del Paese ( Massoneria, Movimenti laici d’ispirazione religiosa, Club di lobbisti, ecc,). Da due mesi nelle sue dichiarazioni ho percepito alcuni aspetti di questa chiacchierata: in particolare, nell’intervento di ieri in Piazza del Popolo, ho colto la debolezza di non avere ancora scritto un progetto politico chiaro da proporre, né avere pensato al regolamento dell’Associazione, strumento chiave per la buona riuscita di un’operazione di questo genere; una proposta, la sua, che rischia di fallire in quanto annunciata prematuramente, vale a dire prima di avere costruito gli strumenti intellettuali per poterla realizzare. Mi ha fatto piacere che nel suo discorso empatico abbia citato Papa Roncalli, anche se personalmente avrei usato il “discorso alla Luna”.Una convinzione di Landini mi trova in totale disaccordo ed è che l’attenzione per il sociale e per la Cosa Pubblica non è ad esclusivo appannaggio delle sensibilità marxiste. 




Ora vi lascio, con l’augurio che la Domenica delle Palme sia un momento di riflessione sulla pace, sulla sicurezza, sulla fratellanza e sulla serenità, alle quali tutti gli abitanti del pianeta dovrebbero aspirare.
Un caro saluto a tutti, da ELLEBASTA.

sabato 28 marzo 2015

Buon lavoro, Papa Francesco !




Da pochi giorni, il tredici marzo, si è festeggiato il compleanno del pontificato di Papa Francesco . Un compleanno con sorpresa, direi, ha portato in dono l’annuncio di un Giubileo speciale che avrà come tema la Misericordia.
Un anno, questo, vissuto da Papa Francesco con la missione di affermare un nuovo stile nel modo di condurre la Chiesa Cristiana Cattolica nel nuovo secolo. Il Pontefice ha reso noto da subito che il cambiamento della sua conduzione partiva dal modo di porsi ed agire in merito alla forma nella quale si esprimeva la Chiesa di Ieri, proponendo invece una Chiesa di oggi che diventi essenziale, austera, risoluta, una Chiesa nella quale la priorità sia di dedicarsi agli ultimi. Non più una Chiesa per le élite dei soliti Movimenti Laicali noti, quali CL, Opus Dei, Legionari di Cristo, Azione Cattolica, tra gli altri ..... : in lotta tra loro da sempre, arrogandosi il diritto di imprimatur nell'emettere patenti del Cristiano D.O.C.
Francesco vuole una Chiesa inclusiva che tiene conto che i Fedeli tutti sono peccatori, che nel peccato vivono una sofferenza dalla quale Dio assolve, che il Pastore ha il dovere di accogliere il Fratello che si trova in questa condizione, oltre che di proteggerlo e confortarlo. Nei vari incontri con i Gruppi laicali il Papa ha voluto mandare un messaggio chiaro: non si farà dimettere dai Movimenti o da una certa stampa clericale, come è avvenuto per Benedetto XVI.



Questo Papa, forte, ha tracciato un nuovo profilo della conduzione dello Stato Vaticano, un attore Internazionale di primo piano con una Diplomazia incisiva. Questa Diplomazia in un anno porta a casa la gestione in solitudine dell’accordo storico USA – Cuba , per l’annullamento dell’embargo. Uno Stato, quello Vaticano,  che ha messo in atto una riforma per la trasparenza bancaria, la quale ha portato il risultato della cancellazione da parte del Sistema Finanziario Mondiale della pregiudiziale di non trasparenza. La riforma dello IOR e delle Istituzioni finanziarie collegate, fortemente voluta da Papa Francesco nel primo semestre del Suo Pontificato, ha questa ricaduta positiva: la puntualizzazione che i rapporti tra Stato Vaticano e Stato Italiano sono paritetici , non subalterni, e  il Vaticano non è un quartiere di Roma. Il Papa è una guida spirituale ma anche un Monarca elettivo, con funzioni di Capo di Stato.
La seconda parte del Sinodo dei Vescovi, che avrà come tema la Famiglia, si terrà in clima giubilare; le tematiche sulle quali si dovranno esprimere i Vescovi sono di carattere dottrinale, in merito a due Sacramenti: la Comunione e la Confessione. Se il risultato finale fosse uno spostamento verso l'accoglimento della direzione auspicata dal Pontefice, questo consentirebbe l'avvio di un autentico cammino di dialogo e di unificazione delle grandi Confessioni della Chiesa Cristiana esistenti nel Mondo . Se questo scenario auspicabile si dovesse configurare, sono convinto che si aprirebbe una "Porta Santa", capace di portare ad un nuovo Concilio, dove verrebbero riformate le modalità dei riti, come avvenne nel Concilio Vaticano II, oltre che la giurisprudenza Pontificia e le relative norme che regolano la vita della Chiesa. Papa Francesco dice che il suo Pontificato potrebbe non essere lungo, io penso che si riferisca ad un tempo necessario per vedere realizzato questo cammino. Anche il precedente Concilio, con la grande riforma che portò in dote,  fu scandito da due Papati. Un Pontefice che viene dall'altra parte del Mondo, che è un Gesuita, sceglie il nome di Francesco e adotta un metodo Benedettino per il suo stile di vita: che dire, se non che è un capolavoro dello Spirito Santo Paraclito, il quale ha operato nel Conclave portando lo strumento di rinnovamento della Chiesa  quando era necessario, e che ha ispirato il coraggio di Benedetto XVI nel rassegnare le Sue dimissioni. Caro Papa Francesco, come ci esorti a fare, prego per te ogni giorno.

Un caro saluto a tutti e un augurio per una felice Domenica delle Palme

da ELLEBASTA.

martedì 3 marzo 2015

L'essenza, una parola un concetto.





L’essenza, una parola che esprime un concetto. 

Non tante parole hanno questa prerogativa nella lingua Italiana, lo hanno molte parole Tedesche, Inglesi, Francesi e Spagnole; la lingua Italiana è meno dotata di termini concettuali, possiede ugualmente parole nel vocabolario stupende tra queste io amo infinitamente “l’essenza”. Questo vocabolo racchiude al suo interno, altri espressioni come: esclusività, tradizione, bontà, ( intesa come eccellenza di un prodotto ), ricchezza. L’essenza dà l’idea della piccola quantità, i nonni dicevano: “nella botte piccola sta il vino buono”, la saggezza contadina insegnava che con le grandi quantità di prodotto era complicato fare grande qualità. Chi come me ha la passione di produrre aceto balsamico, sposa senza condizioni questa regola. Nei moltissimi anni di lavorazione e invecchiamento, nelle botti grandi c’è l’aceto giovane; il raccolto dopo il periodo di maturazione e travaso da una botte all'altra, si concentra in una piccola botte da 10 litri questa è l'essenza dell'aceto. Anche in questo caso i contadini insegnano che "la bontà dell’aceto deriva da quello dato in dono agli angeli", la traduzione di questo pensiero ha a che fare con il processo di evaporazione, che avviene nei mesi caldi, da questo procedimento di depurazione rimane l’essenza dell’aceto il balsamico. Un’immagine romantica che mi ha sempre fatto riflettere : - è merito degli angeli se abbiamo la grazia di questo prodotto straordinario. Il concetto essenza a mio avviso ricomprende la parola personalità; che è il valore o il disvalore dell’uomo, questa caratteristica muta negli anni e si affina proprio come l’aceto balsamico. Nella mia professione invecchiando ho capito che: - la grossa azienda e la grande azienda, hanno due caratteristiche inconciliabili, e, sempre mi è capitato che i grandi volumi d’affari non coincidessero con grandi profitti, questo a mio avviso è l’essenza in campo imprenditoriale. Ultima considerazione in merito a questo termine che mi spingo a fare è in campo politico: - ho molti Amici politici che svolgono con grande passione il loro compito Istituzionale, con altrettanto grande spirito di servizio si battono per il bene comune ma convivono con un grandissimo problema, debbono fare i conti con il consenso per attrarre volti ed ottenere la maggioranza. Uno di loro un giorno mi parlava di una sua sconfitta, aveva proposto un’ottima Legge ma non era stata promulgata, in quanto non aveva ottenuto il sostegno della maggioranza, si rammaricava per questo dicendo: - caro Luca il gioco della politica si vince con le maggioranze non proponendo buone soluzioni o buone Leggi. Quel giorno ho capito che avrei continuato a fare politica, ma non sarei mai stato un politico; men che meno un eletto. La “democrazia” intesa come regola di vita sociale ha una stortura, non ammette che una buona soluzione o una buona Legge, possa essere concepita da una minoranza. L’essenza, è una parola meravigliosa, anche la sua sonorità è bella, tra le 900 parole di uso comune che utilizziamo abitualmente per esprimerci non è ricompresa, questo è un argomento per affermare che è un concetto elitario. 

Ho condiviso volentieri con voi questa riflessione, ora vi saluto augurandovi una buona nuova giornata, a presto da ELLEBASTA.


domenica 1 marzo 2015

2015 per non dimenticare .....









Ci sono temi incredibilmente difficili da trattare, un campo scivoloso nel quale nessun individuo con una propensione al mestiere di politico, si vuole avventurare. Il tema è: - l’odio razziale che ha portato ai genocidi, agli stermini delle pulizie etniche nella vecchia Europa negli ultimi 100 anni oltre che il coinvolgimento in questo della bella Italia; i crimini più orrendi che un uomo abbia potuto ideare in nome della religione o della fede politica. Di questi fatti che non sono del passato ma odierni, cerchiamo di dimenticarcene creandoci l’alibi che appartengano ad un periodo storico che non ci appartiene, o , ci appartiene solo qualora vogliamo rappresentare una parentela con chi ha subito questi immani scempi, quindi di riflesso noi stessi siamo vittime di questo triste avvenimento; che in verità non ci ha per nulla coinvolto ne danneggiato. Noi Europei, non parliamo volentieri dei tragici eventi che hanno interessato tutta la Popolazione Europea dal 1915 in poi, è troppo presto per parlare di storie che coinvolgono persone ancora viventi o i loro discendenti di prima generazione. Le atrocità che oggi vediamo perpetrate in territori attigui al nostro e che ci permettiamo di giudicare e stigmatizzare come se non fossimo anche Noi in parte responsabili di quelle guerre, di quel terrorismo, di quelle atrocità. La guerra non ha mai un movente ideologico ma sempre economico, il far passare come motivazione ideale la costruzione di un conflitto è voler umanizzare un comportamento violento, che di umano non ha nulla. La beffa più grande è costruire a tavolino i conflitti per poi lavarsi la coscienza partecipandoci con azioni umanitarie volte solo a dare argomenti alternativi all’opinione pubblica, camuffando le vere ragioni; oltre che accreditare se stessi ed assoggettare le Nazioni nelle quali interveniamo in nome di una finta morale e bontà d’animo. Se volessimo fare una dietrologia dal 1915 ad oggi di tutte le nefandezze perpetrate per mano di nostri connazionali in armi, ci accorgeremo che nascerebbe un elenco di date funeste numericamente impressionanti; cento anni di stermini che partono dalla prima guerra mondiale, con una tregua apparente con gli ultimi fatti della guerriglia terroristica del 2.000, atto finale di un trentennio di lotta armata sul territorio Italiano. Non scordiamoci che non è finita, le mafie in Italia uccidono ogni giorno. Anche sulle responsabilità siamo tutti protagonisti in negativo: fascisti, ebrei, comunisti, anarchici, mafiosi; appartenenze usate per identificare un nemico, noi stessi. Riflettendo su questi fatti: direi che i protagonisti le “manovalanze del crimine”, sono di fatto le pedine consapevoli, di chi muove le fila e ha la responsabilità sulla regia della vita sociale mondiale. Un protagonista che utilizza la vita dei suoi concittadini come vittime sacrificabili all'altare del compimento di un disegno mondialista, questa trama ha bisogno di destrutturare la società al fine di innestare una nuova linea economico / politica, quindi dare vita ad un assetto diversamente sostenibile, che si stacca con nettezza dalle ideologie e dalle fedi del passato. Una società con nuovi bisogni, con una nuova geografia internazionale, con nuovi equilibri geo - politici, oltre che una demografia rimodellata per distribuzione delle etnie sui territori, ed aggiustata nei numeri che vedrebbe un aumento della popolazione insostenibile per il nostro Pianeta già, nel 2030. Ammetto ci sono temi incredibilmente difficili da trattare e non mi appassiona parlare dei crimini: della prima guerra mondiale, degli Italiani nelle campagne neo colonialiste in Africa, dei fatti della seconda guerra mondiale che vedevano come protagonisti aggressori: Tedeschi ed Italiani con i relativi ruoli politici (nazisti e fascisti), il terrorismo in Italia, le stragi di mafia, l’aggressione del Libano da parte degli Israeliani con intervento Italiano come forza di pace, questa data storica ha dato il via alla stagione dei nostri interventi con i contingenti all’estero attivi in varie parti del mondo, a controllare guerre o emergenze umanitarie. Altri argomenti non mi appassionano: il fallimento del comunismo, quello del capitalismo, del consumismo, della crisi valoriale dello Stato di Israele con il conseguente contagio a tutte le Comunità Ebraiche nel mondo. Un tema diversamente mi appassiona: - sapere quando il “nuovo protagonista”, approderà sulla scena svelandoci il suo nome rivelandosi padrone dei nostri destini. Sono sicuro che presto questa rivelazione l’avremo, non ha senso per un economista speculatore appropriarsi di un bene deteriorato o irrimediabilmente scassato; oltre questo momento storico la destabilizzazione è arrivata al punto giusto per poter parlamentare e con diplomazia appropriarsi del bottino. Esiste infine un altro scenario, quello che ci ha mostrato il volto dell’ISIS, organizzazione creata e finanziata con il denaro dell’Occidente poi andata fuori controllo con le conseguenze che oggi conosciamo e viviamo, quanti virus sono stati creati in modo artefatto, nel mondo, seguendo questo format ? Il padrone del nostro destino ha l’antidoto per contrastare un contagio ? Quale è il livello numerico delle vittime sacrificabili per conseguire la vittoria del suo piano ? Quali saranno gli scenari di stili di vita sostenibile dopo la nuova spartizione dei territori ? Questi sopra citati sono le domande che mi intrigano. La mia lettura della storia di questi ultimi 100 anni è quella di un’invasione territoriale con vari periodi di allucinazioni collettive indotte; come gradirei avere le risposte alle mie domande, se conoscessi l’uomo dei numeri lo interrogherei su questo, purtroppo non si palesa ancora. Sapete quale è l’epilogo meno scontato alla storia che vi ho raccontato: - il protagonista che ha dato origine a tutto questo è morto, nessuno ha l’antidoto per fermare il contagio che è stato irradiato, oltre questa sciagura; nessun altro protagonista ha saputo sostituirlo. Leggete queste righe per quelle che sono; uno psicodramma non giudicante, un racconto di fantascienza o di fanta - politica, peggio un delirio di un patriota che vorrebbe festeggiare questi 100 anni con l’alba di una fratellanza mondiale, con principi: ugualitari, mutualistici, sociali, di sviluppo ed evoluzione armonici; rispettosi della ricchezza ambientale del nostro Pianeta, la nostra casa il primo bene che andrebbe conservato difendendolo a qualsiasi prezzo. Questi principi enunciati prevedono la lotta ad ogni forma di schiavitù. Quindi; uomo dei numeri se ci sei, giù la maschera.

Buona settimana a tutti da ELLEBASTA.









sabato 28 febbraio 2015

Sesto potere ......

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La comunicazione è un esercizio espressivo di: parole ed ascolto, immagini, musica, espressioni corporee . Come si inserisce in questa funzione vitale il web ? Questo nuovo mondo della comunicazione “libero”, non lo è nei fatti, l’eccesso di libertà ha sviluppato: tanta informazione nessuna informazione, tante opinioni nessuna opinione. Oggi il contributo pubblicato sul web di maggior successo è quello che ottiene il più alto numero di commenti, per ottenere questo effetto esistono precisi parametri censori che si utilizzano nello scrivere la comunicazione: brevità, titolo con i puntini di sospensione, slogan, immagini consuete, crudezza pornografica dei termini, violazione del pudore o dell’ambito privato della persona .... chiunque scrive imponendosi una regola ferrea per produrre materiale espressivo, è un individuo che ha deciso di sottoporsi a una censura preventiva, appunto tutto il contrario della libertà di parola. “Il popolo del web” è un popolo liquido che non esiste, una comunità di anonimi che opera senza riconoscersi in valori condivisi con gli altri, quando partecipa a questo sabba collettivo lo fa non rivelando la sua identità, ne volendo aderire a una forma di aggregazione sociale, il “non popolo del web” vive di questa contraddizione di appartenenza a un gruppo di sconosciuti, rincorrendo il sogno dell’anarchia della popolazione invisibile. Chi e' padrone di questo strumento di comunicazione e controllo ha posto in essere varie strategie per conoscere uno ad uno i membri della comunità di anonimi, conosce di noi : identità, abitudini, atitudini, solidità patrimoniale. Nell’illusione dell’anonimato ci sentiamo liberi, e in quel momento esprimiamo l’essenza di noi stessi senza filtri, in quel contesto di assoluta intimità diventiamo vulnerabili, ci offriamo senza protezioni. Quarto potere di Welles, ( il controllo della stampa sulle persone, 1941 ) , quinto potere di Lumet , ( controllo della televisione sulle persone, 1976 ). Nel 2015 esiste il sesto potere, quello del web radicato nella vita delle persone, che ci rende la società con la maggiore incomunicabilità che sia mai esistita nella storia dell’uomo. Abbiamo una quantità di informazioni che ci arrivano a una tale velocità che siamo inondati da un fiume di stimoli che il nostro cervello non riesce a codificare, non ne ha la capacità. Siamo talmente pieni di contenuti che non riusciamo più a processare un’idea che si trasformi in sensazione e sentimento, che esiste già il contenuto nuovo che pretende di essere al centro del nostro pensiero. La velocità dell’informazione è talmente elevata che non ci consente di trasformare in parole i nostri pensieri, e non mi riferisco a quelle parlate, ma a quelle pensate. Siamo colti di pezzi di tutto, di slogan, di citazioni di pensieri altrui. In questo clima l’individuo perde il contatto con la realtà tradizionale trasferendo la sua residenza in quella virtuale, perdendo la cognizione del vero e del falso, del giusto e dello sbagliato, del bene e del male, abdicando la padronanza delle sue senzazioni, rendendosi imprevedibile a se stesso e quindi agli altri. La violenza di questa comunicazione impone a noi il tono di voce da usare, la postura, l’atteggiamento, la vitalità; rendendoci utili solo al nostro avatar. La nostra società è stata volutamente destrutturata; annullando l’appartenenza a una Nazione, a un ceppo culturale, dissuadendoci dal professare una religione. Per questo ultimo punto è stato incrementato il conflitto tra gli appartenenti alle grandi religioni monoteiste, tra non molto passerà l’assioma che avere un sentimento religioso è fonte di pericolo. Vorrei sbagliare; ma prevedo un futuro sempre più intriso di violenza fisica e verbale. Come tutte le fasi evolutive sono processi lunghi, quelli nati come me del ’65 non ne vedranno il risultato finale, di questo non me ne dispiaccio.
Buona domenica a tutti da, ELLEBASTA

domenica 15 febbraio 2015

Benvenuti nel Medio Evo







Oggi ho letto i giornali, le notizie, quelle Nazionali e quelle Internazionali, i commenti politici e di macroeconomia di alcuni giornali economici. Queste letture mi hanno indotto ad un’esclamazione poco fine e un po’ desueta: “porca miseria”, non bisogna essere per forza catastrofisti, gufi o menagrami per avere una visione nera; nemmeno ciechi, (anche se i ciechi vedono nero di suo). I dati economici Nazionali parlano di un livello di disoccupazione al 13,5 %, la nostra Politica Estera si prepara a chiedere all’ONU di scendere in armi in Libia, non ha questo Governo abbastanza le palle per pretendere la decisione autonoma di un’azione propria o chiedere all’Europa di farlo congiuntamente; così finalmente, potremmo vedere che l’Europa non c’è. 
Esistono Francia + Germania questa è l’Europa di attenti a quei due; ma potete anche leggerle al contrario se siete filo Francesi o filo Germanici. Ora il pericolo dal quale difendersi è a trecentocinquanta chilometri da Noi, per difendere l’Italia dalle minacce di pazzi disperati (l’Islam non centra nulla), che cercano di sfondare il fronte Libico e di trovare così un corridoio per la Vecchia Europa; bisogna muoversi. Lo abbiamo fatto chiudendo l’Ambasciata e rimpatriando i Nostri Connazionali con una nave della Marina Militare; c’è ancora qualcuno che vuole minimizzare il problema. 
Purtroppo a Palazzo Chigi non abbiamo Putin e nemmeno il Re di Giordania, quindi non la vedo bene. Facevo una considerazione: fronte del porto la povera Italia, eppure questo casino l’hanno creato i Francesi e gli Americani, andando a sovvertire un ordine costituito e ammazzando un dittatore, Gheddafi, senza avere idea di come sostituirlo sapendo che in quel territorio, fatto di Tribù, la democrazia e la diplomazia contano come il due di coppe quando gioca il due di denari che è briscola. “Tribù” non lo uso come termine dispregiativo o perché sono razzista, è la realtà locale di quei luoghi abitati da indigeni che si governano divisi in gruppi chiusi di un’unica etnia; una realtà di cui non abbiamo voluto sapere. Vuoi vedere che ora attendiamo il via libera da Mr. Obama per poter sperare in una difesa che ci dovremo pagare? 
Nessun problema, il vice Gabibbo che abita a Palazzo Chigi ci gioca a golf tutte le Domeniche con l’Inquilino della Casa Bianca, tra una buca e l’altra nel suo convincente e fluente Inglese gli chiederà: -“permesso”, il Presidente gli risponderà con gentilezza: - al tee della 9 parti tu per primo. Il Nostro, intuendo la disponibilità, esordirà: - non avevo dubbi di poter contare su di Te-; è così che si consolidano i rapporti tra Leader, grazie. 
Saltiamo piè pari a ricordare i contratti dell’export Italiano, in pericolo in tutto il Mondo, in testa quelli con la Confederazione Russa e con l’India, (dove un nostro Marò è in ostaggio e reclamano il rientro dell’altro). 
Diamo un’occhiatina ora a Roma, domani inizia una settimana tribolata per il Segretario Presidente, partito con un’autostrada di fiducia al suo Governo nominato da Lui stesso e dalle Primarie del PD meno la L, per ripiegare su un binario di fiducia, (ma ha vinto le europee con il voto del 41% del 50% degli Italiani, su questo argomento, non so se è la politica bellezza o .. soprassiedo); torniamo a “bomba” visto il clima, domani la fiducia al Governo si è ridotta da un’autostrada a un ponte Tibetano appeso tra Scilla e Cariddi. Dopo la “rottamazione”, “il patto del Nazareno”, -venghino Signori venghino più elettori entrano più bestie si vedono-, ecco a voi dopo la maggioranza Bulgara quella Tibetana. 
Domani giornatona per il “piano Merkel” per la Grecia: dopo una dovuta moina, la Frau Cancelliera darà la sua benedizione al piano di ristrutturazione del debito Greco con uno sconto del 10% su ciò che dovrebbe restituire alla Banca Europea, oltre un rientro senza interessi a mai più del restante debito. Tutti non sanno che i creditori Privati più esposti con la Grecia sono le Banche Tedesche imballate di Titoli di Stato Greci; oltre a questo dettaglio: che l’Industria casearia, quella dell’olio oltre la produzione del miele, parlano tutte Tedesco -il 46% del PIL.
Con un default, quale Paese Europeo sarebbe più danneggiato? Quindi: in “culo alla balena” ai Greci, prevedo che la Grecia possa cavarsela, anche la Germania 'e vissero tutti felici e contenti', così si fanno gli affari, 'impara l’arte e mettila da parte', diceva un detto. 
Dopo avere santificato la Domenica che volge al termine, volevo ricordare che nessuno parla più di Charlie Hebdo, lo faccio Io anche se chi fa satira sulla religione mi sta sulle palle, ma chi pratica violenza ancora di più. 
Se qualche militante Islamico o post Comunista, Agente della C.I.A. o tifoso della Fiorentina, fosse scontento di quello che ha appena letto e volesse venire a spararmi, per almeno un’altra settimana alloggio in clinica. Vi aspetto camera 301, non sbagliate però, non vorrei ci andassero di mezzo pazienti innocenti, per colpa mia. 
“Signori benvenuti nel Medio Evo”. 
Ora che vi ho rasserenato, cari Amici, auguro a tutti buona fortuna, buona settimana, e buon lavoro, 
da ELLEBASTA che per ora riposa in pace in clinica.

sabato 14 febbraio 2015

"IL MIO MONDO"







Oggi come non mai avevo voglia di farvi confessioni, l'ho fatto nel pezzo che segue, spero "il mio mondo" vi interessi, ora mai siete oltre che amici confidenti. Questa occasione è propizia anche perchè oggi è S. Valentino, spero che ognuno di Voi lo viva con passione e gioia con l'altra metà del mondo che amate. Auguro un buon S. Valentino a chi l'altra metà della mela la sta cercando, che il destino vi faccia incontrare chi possa con Voi realizzare ogni vostro desiderio. Ora vi lascio al mio lungo "pezzo" di oggi ..... 

Come molte volte accade a ognuno di noi, un giorno mi sono chiesto: -sono contento?- Una domanda secca, con altrettanto risposta franca e secca: -no!- In quel no erano racchiuse l’ansia, le frustrazioni, l’autocensura, il non sentirsi centrato rispetto la vita che facevo, i molti dubbi e le molte domande sull’etica, sui confini valicabili o invalicabili per perseguire un proprio obiettivo la cui soddisfazione, quando raggiunto, era solo per me stesso, durava un minuto perché all’orizzonte ve n’era uno nuovo da raggiungere. In quel no erano racchiuse un fiume di parole, per descriverne la motivazione. La verità più intima era che per compiacere tutte le persone che frequentavo e crearmi una sorta di corte che mi ammirava, ai miei cortigiani non dicevo da anni dei no. Ma tutti nel “mio mondo” si comportavano così; quest'altro binomio di parole magiche ha un motivo sostanziale, nel mio stato d’animo scontento. Quando si parla di nostro mondo, nel linguaggio comune, è il più delle volte un riferimento chiaro al nostro ambiente lavorativo: molti individui si creano “un mondo” per comprendere e controllare un ambiente che come tale è circoscritto; questa modalità ci rassicura, conosciamo le regole, i ruoli gli ambiti, usiamo “il nostro mondo”, diseducandoci a vivere quello vero. Il “nostro mondo” è vissuto in comune con altri individui che anche loro hanno trovato rassicurante aderire a questo modello di società chiusa, dove la prima regola è costruire le basi per diffondere questo messaggio: "il rischio è un disvalore", facendo assimilare ai componenti della Comunità il concetto che la parola 'rischio' e 'azzardo' esprimono contenuti uguali. Perché viene ritenuta importante questa forma di allerta? Il motivo è che chi accetta il rischio e riesce nell'intento di evolvere ed emanciparsi come si è proposto, può essere un’antagonista del leader. Questo pericolo è grave e mette a repentaglio gli equilibri del “nostro mondo”; è prerogativa del capo scegliersi la sua discendenza, perché è il benefit ultimo che gli rimane da elargire. L’obiettivo di questa sua ultima benevolenza è il premio desiderato da tutta la corte per tutti gli anni del suo regno: il vero motivo per il quale detiene il potere sino alla sua abdicazione, sarà sua prerogativa nominare chi gli succede. 
Negli ambienti di lavoro con molte persone il sistema è piramidale: con leader di prima fascia, di seconda, di terza, così via, ognuno di questi moderni feudatari ha la sua corte; tutti insieme partecipano alla vita del regno “il loro mondo”. Questo messaggio di allerta rispetto ai pericoli del rischio lo diffonde il leader al team e ad una cerchia ristretta di sentinelle a lui care, utili ad operare le azioni di controllo sul territorio e sul branco. La politica del Leader, in tutti gli ambienti di lavoro così organizzati, è somministrare rassicurazione e benefit, il controvalore per avere la pace sociale; fino a che l’Azienda, così strutturata dal punto di vista della socialità, non dichiara fallimento. Nessuna Azienda può prosperare e vincere le continue sfide competitive se il team non è spinto a cercare innovazione, se non esiste una sana competizione tra i suoi componenti, ad avere fame tutti i giorni di un traguardo raggiunto, ad affrontare le sfide per il bene comune assumendosi responsabilità, a partecipare al rinnovo dei prodotti o servizi che l’Azienda offre al mercato. 
Ma ritorniamo al “nostro mondo”; in questo ambiente le persone che interagiscono arrivano a codificare un proprio linguaggio comune di cui vanno fieri, lo slang del gruppo. Ho visto molte Aziende così organizzate fallire, e questo non è un male, il male è la difficoltà di integrazione delle manovalanze in altre opportunità occupazionali; ho assistito a casi dove il lavoratore ha dovuto cercare aiuto con un supporto psicologico. Questo modello di gestione ha coinvolto molte industrie, compagnie di servizi, assicurazioni, ospedali, producendo molti danni. Questo è stato il modello organizzativo di molte Imprese Italiane tra gli anni ’70 e ’90; esistono ancora Aziende che resistono con questo sistema, chi negli anni ’80 ha provato il cambiamento con l’inserimento dei Manager, la rivoluzione è stato il più grande disastro economico tra gli anni ’80 e 2000 per il comparto industriale manifatturiero. Per il primo periodo dell’inserimento dei Manager e delle loro dottrine, ho pensato che fossero un branco di arroganti incapaci che rovinavano le imprese che i capitalisti gli avevano affidato. Negli anni mi sono reso conto che, sì, qualche Manager asino c’è stato; la conversione di Aziende che hanno in carico tra i 1000 e 20.000 addetti che per anni hanno vissuto come Comunità così concepita e organizzata, sarebbe stato saggio per gli Azionisti questa scelta: - l’Azienda doveva, se aveva buoni prodotti, salvare quelli, aprendo New. Co. con una gestione manageriale moderna; della vecchia Azienda avrei portato i libri in Tribunale. Ma l’Impresa Italiana con i Capitali provenienti da gruppi Famigliari, ha scelto diversamente identificando la propria Azienda con la propria Famiglia, anche se nessuno alla domanda: "Sacrificheresti la tua famiglia?" lo farebbe. Così è avvenuto, dissanguando e indebitando gli investitori Capitalisti, facendo morire le imprese i loro prodotti il loro bagaglio culturale. Disperdendo un patrimonio di ricchezza nato nella ricostruzione post bellica, un’occasione che ad oggi in Italia non si è più ripresentata. Se volete confutare quello che vi racconto potete fare un’indagine paragonando Italia, Francia, Inghilterra: le ultime due hanno imprese centenarie come normalità, in Italia si contano sulle dita di una mano. Questo ha dato forza e valore ai brand esteri nel polo del lusso, i loro esprimono l’evoluzione ma anche una storia aziendale longeva che avvalora la qualità del prodotto che vendono. Non è un caso che nella top list Mondiale relativa al valore dei brand, il primo posto da tre anni lo detenga “Ferrari”, Azienda con più di cento anni di storia, i marchi a seguire come “Coca Cola” sono tutti esteri e tutti con una vita d’Impresa ultra centenaria. Su questo aspetto vorrei puntualizzare che anche l’economia Americana, con le sue rigide regole del profitto, ha imprese moderne e all’avanguardia; riguardo alla vita media delle Imprese di successo nella Top List mondiale, esse hanno una data di nascita che data sempre i primi del ‘900, un’eccezione la New Economy, che ha comunque Imprese con almeno 30 anni di storia. Questo avvalora il fatto che il profitto maggiore lo persegue chi sa innovare l’esistente, rendendo, a sua volta, un asset di valore la storia dell’Azienda che negli anni ha saputo evolversi. 
Non ho divagato come sembra, e spero di mostrarvelo con il seguito del racconto; ma vi rivelo anche un segreto: ho studiato gli scritti di Adriano Olivetti, ammirandolo per la forza con cui ha spinto l’idea di etica nell’Impresa, ma il suo modello organizzativo l'ho sempre trovato deleterio per l’Impresa; pur avendo a volte cercato di applicare moduli del suo pensiero organizzativo, poiché lo ritenevo eticamente giusto, le volte che mi sono concesso questo lusso ho dovuto poi ripararne il danno che ho provocato con questa scelta. 
A 32 anni ero Azionista di un’Impresa come quella descritta che adottava quel metodo di gestione diciamo “tradizionale”, fatturava 900.000.000 di Euro, producendo e commercializzando giochi elettronici diventati in seguito home games. Quest’Impresa era quotata alla Borsa di Milano nel segmento Star, oggi non esiste più, è fallita. Il mio ruolo era nella Holding di controllo quello di Vice Presidente esecutivo. A 32 anni avevo raggiunto tutti gli obiettivi, possedevo case, macchine, utilizzavo un Aereo privato quando ritenevo che i voli di linea fossero scomodi come orari per i miei continui spostamenti, avevo i servizi di un’assistente personale che mi aiutava nella gestione della mia agenda e spesso anche supplendo le mancanze che arrecavo alla mia vita privata. Frequentavo il “mio mondo” un mondo rassicurante e che mi proteggeva nel quale avevo un mio spazio ed ero stimato. Ora vi racconto la storia vera del perché un giorno di Novembre di 28 anni fa ho rinunciato a tutto questo rassegnando le mie dimissioni: bruciando in quel momento una carriera, divorziando un anno dopo da mia Moglie date le incomprensioni insanabili per questo fatto. Non ho più avuto da quel giorno amici, erano tutti in "quel mondo”, quelli venuti prima li avevo eliminati, non erano compatibili con le nuove frequentazioni e mie scelte di quel momento. Ora ne scelsi uno di mondo, libero, diverso, anche pericoloso, avevo scelto di ricostruirmi lì come individuo; che si dava nuove sfide, voleva evolvere. Ma veniamo al dunque: una sera ero a Riccione con un mio Amico, ( di mestiere veterinario del Comune), una sera di assoluta tristezza. Mi trovavo con Lui in un locale a bere, una serata tra amici, passammo di argomento in argomento sino a che Piero mi pose la domanda: - Luca, cosa c’è che non va ? La mia risposta è durata sino all'ora di chiusura ed alla fine di una bottiglia di Glen Grant. Questo fiume di parole, favorito anche dalla disinibizione dell’alcol, era stata una confessione a cuore aperto, una cosa del tipo: “Signor Giudice mi condanni”. La risposta di Piero arrivò precisa: - ora vieni con me. Mi portò in macchina al Canile Municipale che dirigeva, la scusa era che voleva fare un sopralluogo, proprio quella notte. Mi lamentai un po’ ma lo seguii. Arrivato in prossimità del Canile fermò la macchina e mi disse deciso: - ora andiamo a piedi. Ora, mi suonò strano il suo comportamento ma era mio amico, mi fidavo di Lui sapevo che mi voleva bene, lo segui in silenzio, al buio in quella campagna deserta ai confini di Riccione. Avanzavamo passeggiando verso il canile e iniziarono i primi abbai e ululati; mi fece notare che i cani che abbaiavano erano quelli delle case vicine, nel canile c’era la quiete, nell’organizzazione dei cani, mi disse, ci sono i cani sentinella; avanzavamo e capivo dai luoghi dove provenivano i latrati che le sentinelle erano disposte concentriche al canile. Ci avvicinavamo alla nostra meta e magicamente i cani alle nostre spalle non abbaiavano più, ne abbaiavano dei nuovi, sempre con la stessa modalità concentriche all’obbiettivo che Piero si era proposto quella notte. Finalmente arrivammo in silenzio ai confini del recinto di questi edifici-ricovero per animali, varcammo la soglia di un alto portone grigio, che Piero aprì. Era un inferno di: abbai, latrati, ululati: se avessi potuto sarei scappato via. Gli animali erano chiusi nei ricoveri recintati, ma l’effetto sonoro che producevano era terrificante. Un nuovo comando: - ora aspetta qui. Rimasi solo, lui si avvicinò ai recinti e come d’incanto tornava la quiete, lo persi di vista; ma nel Canile era tornato il silenzio, un silenzio che mi aveva portato in dote lo stupore, un sentimento che da tempo mi aveva abbandonato. Piero tornò con un amico, aveva al guinzaglio un vecchio cane di media taglia dagli occhi bicolore. : - Ti presento il capo, è Tommy. Il cane mi guardava con benevolenza mi venne di accarezzarlo, ma lui mi anticipò leccandomi la mano, ora ti ha riconosciuto, possiamo iniziare la visita agli altri, non corri più pericolo. Piero iniziò il suo racconto, mentre visitavamo i recinti, entrando e conoscendo cani, ad ognuno una sua storia che Piero conosceva a memoria. "Ecco Luca, ora vedi che ci abbaiano solo quando ci avviciniamo e in modo diverso per attrarre l’attenzione, il mondo dei Cani è organizzato così: prima quando siamo arrivati, hanno abbaiato i cani dei vicini legati fuori dalle case; i cani “sentinella” che si sono acquietati, quando ci siamo allontanati . Poi hanno abbaiato i cani “sentinella” del Canile e tutto l’ambiente si è allarmato, mi anno riconosciuto quando sono entrato tra i recinti e l’allerta è cessata riportando il silenzio; hai conosciuto il capo, sei potuto entrare a fare visita agli altri. Questa società è gestita da loro esattamente come l’organizzazione della tua attuale vita, e del tuo attuale “mondo”. Sei mio amico, ti dico solo che non ti invidio, pensavo, vedendoti ogni tanto a Riccione e sapendo cosa stavi facendo, che tu fossi felice, da questa sera Io sono preoccupato per te; nel “mondo” al quale presto le mie cure, Io so come va a finire. Ma poi esco da qui, non ho il mio mondo, ma la mia vita da vivere". 
Ho riflettuto molto, dopo quella sera, poi sono rientrato a Londra due settimane dopo, per rassegnare le mie dimissioni. Da quel giorno guardo i mondi degli altri senza nessuna invidia, non sento nostalgia o rimpianti, la vita dopo non è stata semplice per me, ma ogni tanto ho persone che incontro e mi dicono la frase celebre condita da: - sai, nel “mio mondo”-, provo veramente molta tristezza e compassione per loro. Il giorno dopo le mie dimissioni ho lasciato immediatamente l’incarico, la prima cosa che ho pensato, la prima mattina che mi sono svegliato senza avere nulla da fare, è stato, prima di ripartire ad affrontare un’altra occasione di lavoro, sentimentale, di amicizia: devo trovare e scrivere la mia regola, così ho fatto, scoprendo che nella solitudine iniziavo a conoscermi e riconoscermi; posso dirvi che un periodo di eremitaggio mi è stato molto utile. Ho in seguito avuto altre avventure imprenditoriali. Per questo motivo, nel momento del mio “isolamento”, avevo redatto delle linee guida se un giorno avessi guidato una nuova Azienda; lo spunto me lo ha dato un libro di psicologia, dal quale ho tratto questi spunti; li ho chiamati: “menu per un’Azienda sana”:
1. Il tempo della concentrazione. Ogni persona appartenente al team qualsiasi mansione svolga deve avere questo tempo da dedicare a questa attività, favorisce la neuro plasticità, ossia la modifica del cervello in risposta all'esperienza che è alla base della memoria e dell’apprendimento. Concentrandosi su un processo per volta e riducendo il multitasking si possono migliorare queste funzioni, migliorando il rendimento. Quindi il team leader deve mettere molta attenzione nel conferire incarichi, gli incarichi multipli a un unico individuo vanno calibrati, perché quest’ultimo mantenga un buon equilibrio e qualità di vita, anche e soprattutto quando vive la sua vita privata.
2. Il tempo della progettazione. Questa fase va vissuta come un gioco nel quale l’incaricato a svolgere questo compito lo deve fare con la spontaneità oltre la disponibilità a esplorare il mondo, dedicandosi a esperienze nuove con piacere e un genuino senso di scoperta, senza valutare i risultati con il metro del giusto o sbagliato, questo approccio facilita la propensione alla scoperta dell’innovazione e della propria creatività. Se un progetto nasce sbagliato sulla carta non è un problema si prende un nuovo foglio bianco e si riparte. Il danno all’Azienda di avere buttato un po’ di carta è una perdita accettabile, peggio un fallimento di un’impresa che parte senza progetto.
3. Il tempo della relazione. Questo è un tempo importante nell’Azienda moderna, i rapporti tra individui entrando in relazione tra loro, con gentilezza e generosità, se possibile di persona, favorisce il legame tra le persone; che è alla base del buon funzionamento di un team. La relazione non esclude il rapporto col mondo nel quale viviamo, passando più tempo ad ammirare la natura ci immergiamo nella realtà di essere parte del pianeta e di condividere con una moltitudine di altri esseri umani questa casa chiamata Terra.
4. Il tempo dei bilanci personali. Ogni componente del team deve avere possibilità di questo contatto con la propria interiorità, senza questo contatto, non possono nascere bilanci veritieri e genuini, di conseguenza nemmeno soluzioni efficaci. Il potere della consapevolezza rafforza la regolazione delle emozioni e l’attenzione, aumenta l’empatia e la flessibilità, tutte qualità che arricchiscono l’individuo e quindi l’azienda.
5. Il tempo libero. Fuori dal lavoro è meglio che i componenti del team non si frequentino, l’individuo deve essere libero veramente, un legame con un componente dello stesso staff al di fuori del lavoro è nocivo, non favorisce nella persona lo stacco mentale con l’azienda. Il tempo libero è fatto per dedicarsi alla Famiglia, all’ozio, all’attività fisica; al sonno che è importantissimo perchè favorisce l’integrazione a livello celebrale e il consolidamento di ciò che abbiamo appreso durante il giorno. Il sonno rigenera la nostra energia. Il leader ha l’obbligo non solo di rispettare il tempo libero dei componenti della sua squadra, ha il compito di accertarsi che questo tempo sia vissuto con serenità e soddisfazione.


......cari amici, se siete arrivati a leggere sino a qui, vi auguro una Buona Domenica, ..........alla prossima....... da ELLEBASTA.