domenica 4 gennaio 2015

Ore 12:00 eccoci.






Scrittura momentista.

Alle 12,00 descriviamo in un post la situazione che stiamo vivendo in quel momento e lo pubblichiamo qui di seguito entro le 12,30. Questo è un esperimento di “ Virus “ vediamo il risultato.

Monica – 


12:00. Sono già tre ore che sono qui. Sono già tre ore che vorrei essere altrove. La città entra dalla finestra. Auto, moto, voci… aerei! In questo momento passa anche un aereo! Ma non c’è teletrasporto: l’aereo passa, io rimango qui.

Facciamo un giro sul web. Facebook… niente. Twitter… niente. Tumblr… niente. OK, è lunedì. Accidenti al lunedì.

Magari dovrei lavorare. Ma è lunedì. Accidenti al lunedì.

Telefono. Sì, sono io… ah buongiorno dottore, come sta? Domani ha un altro impegno? Dobbiamo rimandare? La settimana prossima? Va bene... aspetti che prendo nota… Allora… no, le 10 no: un po’ più tardi? Pomeriggio? Primo pomeriggio? 14:30. Va bene, se per Lei va bene, per me va bene. Va bene allora. Va bene… Va bene… Va bene… … …. 

Telefono. Sì, sono io… ah buongiorno dottoressa, come sta? Domani si è liberata? Vogliamo anticipare l’appuntamento di giovedì? Va bene… Aspetti che prendo nota… allora… no, le 10 no, un po’ più tardi? Pomeriggio? Primo pomeriggio? 14:30. Va bene, se per Lei va bene, per me va bene. Va bene allora. Va bene… Va bene… Va bene… … …. 

È lunedì. Accidenti al lunedì.

Quasi quasi mi faccio uno shampoo. (Grande Gaber!).

Franco –

12:00 Impercettibili pensieri risuonano alla mente, credo che mi conoscano più di quanto io riesca a farlo, dominano la mia psyche, e senza chiedere se sia giusto o meno, mi distruggono questo dì, che potrebbe esser meglio probabilmente...

La solitudine mi sprona a richiudermi sotto la doccia, magari mi farà bene, cancellerà questo mal di testa che mi turba da giorni,mi farà star meglio, alterno l'acqua al freddo al caldo, ma nulla, persiste il dolore fisico e mentale...

Finisco la doccia ipoteticamente rilassante, ho la sensazione di viver vicino all'equatore, la percezione d'un caldo impertinente uccide i sensi, sento necessità di soddisfare soltanto i fabbisogni primari, dormire e mangiare, nulla più..

Credo che mi avvierò in azione di qualcosa prima o poi, ma non ora, ora è l'ora di comprendere il vortice che turba la mia mente...

Passeggio per una strada di campagna, immerso in un silenzio guaritore, che mi estranea dal resto del mondo, mi conferisce un senso di quiete. Sono solo in mezzo alla natura, e non c'è sensazione più incantevole per me. La mia solitudine viene spazzata via da un'allegra quanto insolita visione, una scalmanata famiglia di gatti che scorazzano per la strada, a debita distanza da me, sospettosi della mia presenza, come se rappresentassi chissà quale entità malvagia. La loro diffidenza mi fa riflettere sul mio rapporto con la natura, e mi permette di posare uno sguardo più ampio sul mondo, che ha ormai perso sintonia con questi deliziosi spettacoli. La mia attenzione viene catturata da un particolare, che a molti sarebbe sfuggito, ma a me no. Il mio occhio indagatore si concentra sulla zampa del più piccolo felino, è deforme, penzolante. Sento un brivido percorrermi il rachide, l'impulso nervoso stimolare la mia ghiandola lacrimale. Pura empatia per la sofferenza di quell'essere minuto.

Anna - 

12 : 00 Cammino. È notte. II mio cuore, nel silenzio interiore, pulsa. Il mio cervello rimanda costantemente ad un pensiero fisso. Tra le labbra a denti stretti un rosario che accompagna i passi, veloci, sul marciapiede verso casa. Intorno tutto sembra si sia fermato . Riprenderà, a breve, il rapido scorrere delle auto e il suono del vento e dei flutti e degli aerei alti. Dopo? Quanto bisogna salire per il silenzio nel moto planetario?

Alessandra– 

12:00 Mezzogiorno. era l'Una. il giorno. la parte più bella e triste nella giornata. quella della festa. tutti intorno alle proprie faccende rilassanti.. o ai doveri familiari.
Domenica, il giorno più difficile da trascorrere per i Soli. Il più lungo, che non andrebbe mai fermato sulla carta né ricordato. 

Le finestre di fronte si chiudono: sta iniziando il momento del Concilio familiare; nella casa tutti riuniti intorno al capolavoro culinario, sacra rappresentazione dove con cura qualcuno ha creato il premio per il palato.

L'aroma sale fin qui. Il Sole è alto, la mia ombra come il niente: ecco. nessuno si accorge se esco! il silenzio domenicale in città è sempre lo stesso da anni, parla di amici lontani. Sempre lontani.

Sole, lucertole, una rosa sta sbocciando fuori tempo: ma è Domenica, la domenica tutto può, anche le rose alla fine del tempo. ecco, la fine del tempo.. Tagore. poesie, ne recito due, ripasso la liturgia.. lo spirito, la vocazione. ecco. la vocazione, invoco. Prego, amo.. mah forse vado a mangiare anche io. 

Il tempo di ellebasta è passato! Chissà che mi dice questa volta.

Almeno ho smorzato un poco la solitudine... amen







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