domenica 1 febbraio 2015

Sei cappelli per pensare.



“Sei cappelli per pensare”.
di Edward De Bono, edizioni, BUR pagine 201
Un libro difficile, ma è di grande utilità la sua lettura.
Io personalmente l’ho letto due volte e mi accingo tra qualche settimana a farlo per la terza volta.
Dopo averlo letto la prima volta ho parlato del libro e dell’Autore con Edwuard Kakia Karuana, un mio caro amico Maltese; ho scoperto che Lui e De Bono, si conoscevano e avevano studiato nella stessa Università. Una cosa che Edwuar mi ha riferito, è stata questa che vi riporto integralmente: - “ ah si leggi De Bono, ma Luca non è un Autore che scrive libri per Italiani”, la cosa mi ha fatto molto ridere conoscendo bene Malta e i Maltesi, e il giudizio che hanno di Noi. Quell’affermazione è stato il pungolo per rileggere “Sei cappelli per pensare” ( di colore diverso) la seconda volta. La prima considerazione dopo la lettura è stata: - il libro tratta un tema quello dell’approccio ai problemi per rendere una soluzione, in modo: diverso, aveniristico, inusuale, per la nostra cultura Italiana. La seconda valutazione è stata: - che per fare un’analisi con questo metodo, occorre allenamento, e il nostro cervello deve diventare veramente multi tasching nelle procedure d’analisi. Altro scoglio da superare per un’Italiano per l’applicazione del metodo enunciato nel libro, è l’etica, dovuta alla nostra cultura fortemente influenzata dal Cristianesimo e dal Cattolicesimo. De Bono, usa sei cappelli ( di colori diversi), per analizzare un evento e addottare una soluzione. Ogni capello pone in obbligo l’individuo che approccia il problema, di tenere un rigido predeterminato atteggiamento rispetto il metodo per dare la soluzione. “La questione che ci poniamo” può essere analizzata con tutti i sei cappelli o possiamo immagire che indossato un cappello si può porre un quesito a se stessi, da rispondere quando indosseremo un cappello di diverso colore. Al termine di questo contraddittorio nasce la decisione. Il libro è di estrema utilità per tutte le persone che per un motivo qualsiasi si debbono rapportare con altri individui di culture diverse. Spesso Noi Italiani abbiamo l’atteggiamento con persone di altre Nazioni di supponenza difendiamo il nostro modo di pensare come unica via possibile; questo nasce dalla presunzione che il nostro è quello giusto. Un atteggiamento che poniamo in essere nei rapporti interpersonali, nella convivenza, anche nello scabio di informazioni, con l’altro di nazionalità diversa. Questo libro può essere se studiato e assimilato un ottimo facilitatore;  tra Noi Italiani e il resto degli abitanti del mondo. Edwuard Kakia Karuana, aveva ragione non è un libro da Italiani, e mi permetto la battuta solo un pensatore Maltese poteva scrivere un manuale così. Un cittadino nato e vissuto in una Nazione crocevia del Mondo, dove tutte le culture hanno influenzato la Società e socialità Maltese, arricchendola. Il testo dovrebbe essere obbligatorio per gli studenti delle scuole Italiane di secondo grado, costruendo attorno ad esso una didattica; la didattica “dei sei cappelli per pensare”, definisco questo testo un testo per pensare in modalità interculturale e interrazziale. Non nego che dopo averlo letto, mi sono posto l’obiettivo nel 2015, di scrivere una metodologia per gli Italiani atta a facilitare la comuicazione con persone di culture diverse e di origine diversa dalla nostra. Il lavoro che comporrò prenderà come traccia gli scritti di Edward De Bono, e il suo metodo dei cappelli per pensare.

“Sei cappelli per pensare” lo ritengo un libro dalla non facile lettura, ma dal contenuto e dall’effetto importantissimo in chi riesce a leggerlo ed assimilarlo, il voto che attribuisco al libro è un 8 convinto.



Chiudo con un ringraziamento: - ad Edward Kakia Karuana, che mi sopporta da tempo, anche se io per ora anche con Lui, ho ragionato e agito da Uomo Italiano, con la mia arroganza che mi fa pensare di essere detentore assoluto della ricetta del buon vivere e del buon pensare, ma mi rendo conto non è così.

Auguro a tutti voi amici di “Virus”,
una buona Domenica, da ELLEBASTA.

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